Se è vero che i modelli digitali e la realtà virtuale rappresentano nuove «modalità di accesso al patrimonio culturale, sia esso urbano, architettonico o grafico-documentale», le Ermeneutiche digitali, elaborate da Starlight Vattano, a partire anche dai materiali conservati all’Archivio Progetti, oltre che restituire visioni inedite di una “periferia” anomala di Venezia, San Giobbe, riaccendono l’attenzione su una stagione di studi e ricerche che diedero luogo a un certo approccio “veneziano” alla progettazione architettonica e urbana. Progettare le trasformazioni urbane a partire da una conoscenza “scientifica” della città era stato infatti il tratto comune di un insieme di studi, ricerche e progetti che iniziarono a prendere corpo durante la lunga direzione di Giuseppe Samonà nella Scuola di Architettura di Venezia. Dai primi studi di Trincanato e Muratori, ai progetti di Samonà e dei suoi allievi, alle ricerche di Carlo Aymonino e Aldo Rossi sulla tipologia e la morfologia urbana, fino alle Tesi del Gruppo Architettura, alcune coppie di termini, ripetute fino alla consunzione – analisi/progetto, tipologia/morfologia, città/contesto – danno luogo a una sorta di “lessico famigliare” distintivo di un certo approccio alla progettazione architettonica e urbana. E se da un punto di vista storiografico – come sostiene Guido Zucconi5 – resta da dimostrare l’ipotesi che vi sia un sottile filo rosso tra gli studi della prima Scuola di Venezia e le ricerche del Gruppo Architettura, è una sorta di School of Venice6 apocrifa che, chiamando progettisti di diversa provenienza a lavorare su San Giobbe, nell’estate del 1978 pone al centro di una attenzione internazionale quell’”Imparare da Venezia” maturato allo Iuav.
Postfazione a Ermeneutiche digitali : dieci disegni nascosti a Venezia
Marras, Giovanni
2025-01-01
Abstract
Se è vero che i modelli digitali e la realtà virtuale rappresentano nuove «modalità di accesso al patrimonio culturale, sia esso urbano, architettonico o grafico-documentale», le Ermeneutiche digitali, elaborate da Starlight Vattano, a partire anche dai materiali conservati all’Archivio Progetti, oltre che restituire visioni inedite di una “periferia” anomala di Venezia, San Giobbe, riaccendono l’attenzione su una stagione di studi e ricerche che diedero luogo a un certo approccio “veneziano” alla progettazione architettonica e urbana. Progettare le trasformazioni urbane a partire da una conoscenza “scientifica” della città era stato infatti il tratto comune di un insieme di studi, ricerche e progetti che iniziarono a prendere corpo durante la lunga direzione di Giuseppe Samonà nella Scuola di Architettura di Venezia. Dai primi studi di Trincanato e Muratori, ai progetti di Samonà e dei suoi allievi, alle ricerche di Carlo Aymonino e Aldo Rossi sulla tipologia e la morfologia urbana, fino alle Tesi del Gruppo Architettura, alcune coppie di termini, ripetute fino alla consunzione – analisi/progetto, tipologia/morfologia, città/contesto – danno luogo a una sorta di “lessico famigliare” distintivo di un certo approccio alla progettazione architettonica e urbana. E se da un punto di vista storiografico – come sostiene Guido Zucconi5 – resta da dimostrare l’ipotesi che vi sia un sottile filo rosso tra gli studi della prima Scuola di Venezia e le ricerche del Gruppo Architettura, è una sorta di School of Venice6 apocrifa che, chiamando progettisti di diversa provenienza a lavorare su San Giobbe, nell’estate del 1978 pone al centro di una attenzione internazionale quell’”Imparare da Venezia” maturato allo Iuav.File | Dimensione | Formato | |
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