Il cambio climatico, assieme a tutte le incertezze e le difficoltà nel prevederlo, è dirompente ed è evidente che sta rendendo poco efficaci gli approcci consequenziali classici ai quali siamo abituati: “predict and provide” e “command and control” (Granceri Bradaschia, 2021). Pianificare l’adattamento significa anche rendersi conto della sua natura intersettoriale, delle sue complessità in relazione alle città e ai territori del secolo XXI. A differenza della città del XX secolo, le città contemporanee incorporano un livello elevato di complessità, difficile da affrontare nella teoria e nella pratica. Di fatto oggi, le città e i territori richiedono di essere (ri)studiati e (ri)pensati attraverso uno sforzo di metanalisi nei vari ambiti amministrativi/governativi, professionali, didattici e di ricerca (Ibidem). Le expertises ultra-settoriali (siloed) e le manie di controllo e conformità governative stanno invece dimostrando di fare parte degli ostacoli e barriere all’adattamento al cambio climatico. Come sostenuto da Birkmann e colleghi, riferendosi alle aree urbane e supportati dal concetto di Urban Adaptive Governance, l’adattamento non può essere affrontato in misura sufficiente solamente attraverso l’implementazione delle misure strutturali di media e larga scala che mirano a adeguare l’ambiente costruito. Assieme alla città costruita e consolidata, anche il sistema di pianificazione e le strutture di governance multilivello devono adeguarsi (Birkmann et al., 2010). Pertanto, è evidente e condivisa la necessità di questo cambio di paradigma verso il miglioramento dei sistemi di pianificazione, degli strumenti e dei processi di governance con maggiore integrazione, approccio intersettoriale e multilivello (Birkmann et al., 2014). Questo cambio di paradigma non esenta il sistema educativo e formativo, principalmente nei corsi di laurea affini alla pianificazione territoriale, non trascurando però anche gli albi e ordini professionali. Pertanto, siamo pronti ad insegnare l’adattamento ai pianificatori territoriali del futuro? E ad aggiornare quelli di oggi?

Sull’importanza e sugli ostacoli nell’integrare (to mainstream) l’adattamento ai cambiamenti climatici nei curricula di pianificazione territoriale

Massimiliano Granceri Bradaschia
2024-01-01

Abstract

Il cambio climatico, assieme a tutte le incertezze e le difficoltà nel prevederlo, è dirompente ed è evidente che sta rendendo poco efficaci gli approcci consequenziali classici ai quali siamo abituati: “predict and provide” e “command and control” (Granceri Bradaschia, 2021). Pianificare l’adattamento significa anche rendersi conto della sua natura intersettoriale, delle sue complessità in relazione alle città e ai territori del secolo XXI. A differenza della città del XX secolo, le città contemporanee incorporano un livello elevato di complessità, difficile da affrontare nella teoria e nella pratica. Di fatto oggi, le città e i territori richiedono di essere (ri)studiati e (ri)pensati attraverso uno sforzo di metanalisi nei vari ambiti amministrativi/governativi, professionali, didattici e di ricerca (Ibidem). Le expertises ultra-settoriali (siloed) e le manie di controllo e conformità governative stanno invece dimostrando di fare parte degli ostacoli e barriere all’adattamento al cambio climatico. Come sostenuto da Birkmann e colleghi, riferendosi alle aree urbane e supportati dal concetto di Urban Adaptive Governance, l’adattamento non può essere affrontato in misura sufficiente solamente attraverso l’implementazione delle misure strutturali di media e larga scala che mirano a adeguare l’ambiente costruito. Assieme alla città costruita e consolidata, anche il sistema di pianificazione e le strutture di governance multilivello devono adeguarsi (Birkmann et al., 2010). Pertanto, è evidente e condivisa la necessità di questo cambio di paradigma verso il miglioramento dei sistemi di pianificazione, degli strumenti e dei processi di governance con maggiore integrazione, approccio intersettoriale e multilivello (Birkmann et al., 2014). Questo cambio di paradigma non esenta il sistema educativo e formativo, principalmente nei corsi di laurea affini alla pianificazione territoriale, non trascurando però anche gli albi e ordini professionali. Pertanto, siamo pronti ad insegnare l’adattamento ai pianificatori territoriali del futuro? E ad aggiornare quelli di oggi?
2024
979-12-5953-014-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/358330
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