A partire da una breve ricostruzione del dibattito sull’archiviabilità della performance, che divampa negli anni novanta nel contesto dei performance studies nordamericani, il testo esamina il disegno dell’archivio digitale di “INCOMMON. In praise of community. Shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”, progetto di ricerca quinquennale (2017- 2022) finanziato dall’European Research Council, ospitato dall’Università Iuav di Venezia e diretto da Annalisa Sacchi. Ragionando su alcuni possibili modi in cui l’evento teatrale può depositarsi in un archivio, in questo caso digitale, sfidando la rigidità di alcune strutture storiografiche e rimanendo “differentemente”, il disegno dell’atlante digitale di INCOMMON prova a destabilizzare l’idea del sito come vetrina, deposito e contenitore statico. Attraverso una struttura che si articola per diverse “viste”, a cui corrispondono diverse possibilità di ingresso, visione e interazione con i materiali, il progetto dell’archivio favorisce un uso dinamico e generativo dell’ambiente digitale, uno spazio abitabile in cui i documenti si muovono, attivano relazioni e conversazioni, creano coreografie e nuove possibilità di visione.
Performance remains differently. INCOMMON, un archivio del teatro sperimentale italiano (1959-1979)
Cipollone, Giada
2024-01-01
Abstract
A partire da una breve ricostruzione del dibattito sull’archiviabilità della performance, che divampa negli anni novanta nel contesto dei performance studies nordamericani, il testo esamina il disegno dell’archivio digitale di “INCOMMON. In praise of community. Shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”, progetto di ricerca quinquennale (2017- 2022) finanziato dall’European Research Council, ospitato dall’Università Iuav di Venezia e diretto da Annalisa Sacchi. Ragionando su alcuni possibili modi in cui l’evento teatrale può depositarsi in un archivio, in questo caso digitale, sfidando la rigidità di alcune strutture storiografiche e rimanendo “differentemente”, il disegno dell’atlante digitale di INCOMMON prova a destabilizzare l’idea del sito come vetrina, deposito e contenitore statico. Attraverso una struttura che si articola per diverse “viste”, a cui corrispondono diverse possibilità di ingresso, visione e interazione con i materiali, il progetto dell’archivio favorisce un uso dinamico e generativo dell’ambiente digitale, uno spazio abitabile in cui i documenti si muovono, attivano relazioni e conversazioni, creano coreografie e nuove possibilità di visione.File | Dimensione | Formato | |
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