Abbandonare la norma è l’incipit di questo saggio che evidenzia come non ci sia mai stato un lavoro sistematico teso a sperimentare l’incontro tra il Piano, come insieme di norme e di progetti per la costruzione della città e del territorio, e il carattere dei luoghi, per cui il Piano ha via via assunto una sua forma per così dire autonoma, modulata sulla zonizzazione e sul disegno della viabilità e articolata su alcuni schemi bidimensionali, piuttosto che costituire uno strumento “dimostrativo dei processi e dei caratteri del progetto urbano. Le norme sono diventate la vera struttura di pensiero e di governo del Piano, non il progetto. E’ necessario invece ripartire dai singoli luoghi e dai singoli fatti urbani recuperando gli studi fondati sulla ricerca tipologica e sul rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana. Le moderne ed esaustive indagini hanno portato avanti una cultura dell’architettura e dei luoghi come fatti isolati, separati e separabili e hanno fatto venir meno quel rapporto tra analisi e progetto, tra natura del luogo e natura del progetto che sta alla base di quegli studi urbani che ricercavano insieme un metodo di progettazione e un carattere delle città d’Italia. E’ necessario definire un metodo, uno stile d’intervento che rifiuta ogni canone logico formale predeterminato per ritrovare nel luogo, nello specifico intervento, regole, forme e materiali per l’architettura. Unità di luoghi e manufatti è la tesi scelta e gli strumenti necessari dal punto di vista teorico e procedurale per sostenere questo obiettivo sono il Piano Direttore e il Masterplan.

Quattro obiettivi per l’urbanistica contemporanea

TRAME, UMBERTO
2006-01-01

Abstract

Abbandonare la norma è l’incipit di questo saggio che evidenzia come non ci sia mai stato un lavoro sistematico teso a sperimentare l’incontro tra il Piano, come insieme di norme e di progetti per la costruzione della città e del territorio, e il carattere dei luoghi, per cui il Piano ha via via assunto una sua forma per così dire autonoma, modulata sulla zonizzazione e sul disegno della viabilità e articolata su alcuni schemi bidimensionali, piuttosto che costituire uno strumento “dimostrativo dei processi e dei caratteri del progetto urbano. Le norme sono diventate la vera struttura di pensiero e di governo del Piano, non il progetto. E’ necessario invece ripartire dai singoli luoghi e dai singoli fatti urbani recuperando gli studi fondati sulla ricerca tipologica e sul rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana. Le moderne ed esaustive indagini hanno portato avanti una cultura dell’architettura e dei luoghi come fatti isolati, separati e separabili e hanno fatto venir meno quel rapporto tra analisi e progetto, tra natura del luogo e natura del progetto che sta alla base di quegli studi urbani che ricercavano insieme un metodo di progettazione e un carattere delle città d’Italia. E’ necessario definire un metodo, uno stile d’intervento che rifiuta ogni canone logico formale predeterminato per ritrovare nel luogo, nello specifico intervento, regole, forme e materiali per l’architettura. Unità di luoghi e manufatti è la tesi scelta e gli strumenti necessari dal punto di vista teorico e procedurale per sostenere questo obiettivo sono il Piano Direttore e il Masterplan.
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