Cosa succederebbe se si promuovessero le modificazioni che comportano non più la crescita ma la connessione? Che diversi usi potremmo immaginare al di fuori delle nostre abitazioni quando fosse ripensata una sezione stradale autenticamente vivibile, che non separa automaticamente le scatole abitative e lo spazio dell’auto? La povertà scontata di un materiale che fa “da sfondo” verrebbe probabilmente rimessa al centro del discorso urbano secondo princîpi di integrazione e interconnessione. Uno dei grossi limiti spaziali delle nostre città è infatti «l’aggravata tendenza a sconnettere ciò che potrebbe essere integrato» , attitudine che ha creato negli anni una crescente fragilizzazione dei territori. Superare l’azione settoriale sulle infrastrutture, il patrimonio edilizio e le attrezzature significa certamente mettere in discussione pezzi selezionati di città, ma anche ripensare lo spazio che li mette in relazione e le sue proprietà. Significa intendere il paesaggio, gli spazi pubblici e privati, gli accessi, le reti e le percorrenze come questioni interconnesse in cui ristabilire pesi e gerarchie. Significa, infine, pensare che diversi progetti urbani possano essere «messi in coerenza tra loro e in relazione alla trama degli spazi aperti», e quindi che ci sia un’idea di urbanistica, ma forse ancor più un’idea di città, che li unisce.

Leggere la città nella selezione. Tour e detour nel territorio clodiense

Pace, Michela
2023-01-01

Abstract

Cosa succederebbe se si promuovessero le modificazioni che comportano non più la crescita ma la connessione? Che diversi usi potremmo immaginare al di fuori delle nostre abitazioni quando fosse ripensata una sezione stradale autenticamente vivibile, che non separa automaticamente le scatole abitative e lo spazio dell’auto? La povertà scontata di un materiale che fa “da sfondo” verrebbe probabilmente rimessa al centro del discorso urbano secondo princîpi di integrazione e interconnessione. Uno dei grossi limiti spaziali delle nostre città è infatti «l’aggravata tendenza a sconnettere ciò che potrebbe essere integrato» , attitudine che ha creato negli anni una crescente fragilizzazione dei territori. Superare l’azione settoriale sulle infrastrutture, il patrimonio edilizio e le attrezzature significa certamente mettere in discussione pezzi selezionati di città, ma anche ripensare lo spazio che li mette in relazione e le sue proprietà. Significa intendere il paesaggio, gli spazi pubblici e privati, gli accessi, le reti e le percorrenze come questioni interconnesse in cui ristabilire pesi e gerarchie. Significa, infine, pensare che diversi progetti urbani possano essere «messi in coerenza tra loro e in relazione alla trama degli spazi aperti», e quindi che ci sia un’idea di urbanistica, ma forse ancor più un’idea di città, che li unisce.
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