Teatro, performance, cinema sperimentale e documentario sono contesti artistici in cui conflitti culturali e rivendicazioni identitarie trovano piena espressione. Questioni complesse, intorno alle quali si definiscono campi di battaglia e schieramenti ideologici che richiedono una comprensione sfumata delle dinamiche in gioco. Un esempio significativo è quel laboratorio di interculturalità che è il Québec canadese, dove, negli ultimi anni, sono emerse istanze fondamentali, con le quali entrare in dialogo per affrontare, attraverso i linguaggi artistici, urgenti questioni civili. Ascoltare ciò che sta montando in altre aree del mondo significa provare a uscire dal nostro comfort-continent, problematizzando concetti come wokismo o cancel culture, al fine di superare la semplificazione in atto nella cultura italiana, che vede in questi fenomeni soltanto casi di militantismo di bassa lega, isterie identitarie, oscurantismo censorio e autocensorio. Un superamento che è possibile uscendo dall’idea di appropriazione culturale, vista solo come “retorica nordamericana”, colpevole di infettare le radici stesse del pensiero europeo. Attraversando i confini tra Vecchio e Nuovo Mondo, lo sguardo incrociato di Marco Bertozzi e Daniela Sacco si posa su una varietà di esempi eloquenti: corpi politici, figure del reale, memorie d’archivio, incarnati sulla scena o riverberati dallo schermo, decrittano immaginari in profonda trasformazione. Il Québec, come laboratorio privilegiato dal quale osservare l’incontro/scontro tra culture, e l’Italia, come porto del Mediterraneo, sono i contesti geo-politici da cui partire per sviluppare una consapevolezza, etica ed estetica, dei sommovimenti artistici in atto.
Immaginari incarnati. Appropriazioni culturali, cinema, arti dal vivo
Sacco, Daniela
;Bertozzi, Marco
2024-01-01
Abstract
Teatro, performance, cinema sperimentale e documentario sono contesti artistici in cui conflitti culturali e rivendicazioni identitarie trovano piena espressione. Questioni complesse, intorno alle quali si definiscono campi di battaglia e schieramenti ideologici che richiedono una comprensione sfumata delle dinamiche in gioco. Un esempio significativo è quel laboratorio di interculturalità che è il Québec canadese, dove, negli ultimi anni, sono emerse istanze fondamentali, con le quali entrare in dialogo per affrontare, attraverso i linguaggi artistici, urgenti questioni civili. Ascoltare ciò che sta montando in altre aree del mondo significa provare a uscire dal nostro comfort-continent, problematizzando concetti come wokismo o cancel culture, al fine di superare la semplificazione in atto nella cultura italiana, che vede in questi fenomeni soltanto casi di militantismo di bassa lega, isterie identitarie, oscurantismo censorio e autocensorio. Un superamento che è possibile uscendo dall’idea di appropriazione culturale, vista solo come “retorica nordamericana”, colpevole di infettare le radici stesse del pensiero europeo. Attraversando i confini tra Vecchio e Nuovo Mondo, lo sguardo incrociato di Marco Bertozzi e Daniela Sacco si posa su una varietà di esempi eloquenti: corpi politici, figure del reale, memorie d’archivio, incarnati sulla scena o riverberati dallo schermo, decrittano immaginari in profonda trasformazione. Il Québec, come laboratorio privilegiato dal quale osservare l’incontro/scontro tra culture, e l’Italia, come porto del Mediterraneo, sono i contesti geo-politici da cui partire per sviluppare una consapevolezza, etica ed estetica, dei sommovimenti artistici in atto.File | Dimensione | Formato | |
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