L’Atlante Mnemosyne non esiste. O, per essere più precisi: l’Atlante Mnemosyne, così come oggi lo conosciamo, non esiste in forma fisica. La sola consistenza materiale del Bilderatlas è un’immagine: una sequenza fotografica realizzata dopo la morte del suo ideatore e regista, Aby Warburg, avvenuta nel 1929, che documenta un menabò provvisorio di 63 grandi tavole. Su ciascuna di esse si dispiega un montaggio visivo composto da riproduzioni fotografiche, disegni, pagine di libri, mappe geografiche, francobolli, ritagli di giornale e inserti pubblicitari. Osservato superficialmente, senza indagarne i meccanismi compositivi interni, Mnemosyne rischia di apparire come un’operazione impressionistica e aleatoria. In realtà, esso nasce come un progetto editoriale ben preciso: un libro-atlante destinato alla pubblicazione, concepito per sistematizzare in maniera lucida e rigorosa la metodologia di ricerca elaborata da Warburg durante la sua vita – ricerca volta a tracciare le riemersioni dell’Antico attraverso le diverse temperie culturali – con l’ esplicito intento di presentarla alla comunità scientifica internazionale. Attraverso un’accurata indagine fondata su materiali d’archivio e fonti inedite, il volume ricostruisce la genesi, l’evoluzione e la vicenda postuma dell’Atlante Mnemosyne, in cui il destino editoriale di libro-atlante si intreccia con le intricate traiettorie storiche, politiche, economiche e intellettuali della prima metà del Novecento. Questo libro mira a sistematizzare la complessa storia redazionale dell’Atlante Mnemosyne, con l’obiettivo di restituire un quadro della sua genesi e del suo sviluppo. Il volume si innerva su due sezioni principali, che restituiscono la duplice natura dell’opera: come progetto di libro-atlante, opera dalla precisa destinazione editoriale; e come oggetto del pensiero, messa in forma di un complesso sistema di lettura dell’immagine che intreccia storia dell’arte, filosofia, filologia, antropologia, psicologia. La prima parte, Il libro Atlante, racconta la storia di un progetto editoriale, a partire dal ritorno di Warburg da Kreuzlingen e attraverso le conferenze e le esposizioni che accompagnano la fondazione della Biblioteca di Scienza della Cultura di Amburgo. Esperienze che conducono alla definizione di un metodo e alla formulazione di una sintassi per immagini, in cui la linearità della parola cede il passo alla potenza polifocale dell’immagine. Il volume segue poi le complesse vicende editoriali dell’opera, dagli accordi stipulati dallo stesso Warburg fino ai tentativi postumi di pubblicazione, ostacolati da contingenze politiche e storiche – tra cui l’avvento del Nazionalsocialismo e la Seconda guerra mondiale – e animati da una pluralità di voci, tra contrasti, rimozioni e atti di tenace custodia. La seconda parte, L’architettura di Mnemosyne, ricostruisce la storia dell’Atlante come dispositivo di pensiero: una struttura teorica in costante elaborazione, affinata attraverso una serie di esperienze cruciali nella biografia intellettuale Warburg: il viaggio in Italia con Gertrud Bing, gli incontri con figure come Ernst Curtius e Giorgio Pasquali, il dialogo serrato con interlocutori fondamentali quali Edgar Wind ed Ernst Cassirer – snodi che contribuiscono alla definizione di una forma visiva del pensiero, sempre più sintetica e concettualmente densa.
Una storia dell’Atlante Mnemosyne di Aby Warburg 1924-1945
Giulia Zanon
2025-01-01
Abstract
L’Atlante Mnemosyne non esiste. O, per essere più precisi: l’Atlante Mnemosyne, così come oggi lo conosciamo, non esiste in forma fisica. La sola consistenza materiale del Bilderatlas è un’immagine: una sequenza fotografica realizzata dopo la morte del suo ideatore e regista, Aby Warburg, avvenuta nel 1929, che documenta un menabò provvisorio di 63 grandi tavole. Su ciascuna di esse si dispiega un montaggio visivo composto da riproduzioni fotografiche, disegni, pagine di libri, mappe geografiche, francobolli, ritagli di giornale e inserti pubblicitari. Osservato superficialmente, senza indagarne i meccanismi compositivi interni, Mnemosyne rischia di apparire come un’operazione impressionistica e aleatoria. In realtà, esso nasce come un progetto editoriale ben preciso: un libro-atlante destinato alla pubblicazione, concepito per sistematizzare in maniera lucida e rigorosa la metodologia di ricerca elaborata da Warburg durante la sua vita – ricerca volta a tracciare le riemersioni dell’Antico attraverso le diverse temperie culturali – con l’ esplicito intento di presentarla alla comunità scientifica internazionale. Attraverso un’accurata indagine fondata su materiali d’archivio e fonti inedite, il volume ricostruisce la genesi, l’evoluzione e la vicenda postuma dell’Atlante Mnemosyne, in cui il destino editoriale di libro-atlante si intreccia con le intricate traiettorie storiche, politiche, economiche e intellettuali della prima metà del Novecento. Questo libro mira a sistematizzare la complessa storia redazionale dell’Atlante Mnemosyne, con l’obiettivo di restituire un quadro della sua genesi e del suo sviluppo. Il volume si innerva su due sezioni principali, che restituiscono la duplice natura dell’opera: come progetto di libro-atlante, opera dalla precisa destinazione editoriale; e come oggetto del pensiero, messa in forma di un complesso sistema di lettura dell’immagine che intreccia storia dell’arte, filosofia, filologia, antropologia, psicologia. La prima parte, Il libro Atlante, racconta la storia di un progetto editoriale, a partire dal ritorno di Warburg da Kreuzlingen e attraverso le conferenze e le esposizioni che accompagnano la fondazione della Biblioteca di Scienza della Cultura di Amburgo. Esperienze che conducono alla definizione di un metodo e alla formulazione di una sintassi per immagini, in cui la linearità della parola cede il passo alla potenza polifocale dell’immagine. Il volume segue poi le complesse vicende editoriali dell’opera, dagli accordi stipulati dallo stesso Warburg fino ai tentativi postumi di pubblicazione, ostacolati da contingenze politiche e storiche – tra cui l’avvento del Nazionalsocialismo e la Seconda guerra mondiale – e animati da una pluralità di voci, tra contrasti, rimozioni e atti di tenace custodia. La seconda parte, L’architettura di Mnemosyne, ricostruisce la storia dell’Atlante come dispositivo di pensiero: una struttura teorica in costante elaborazione, affinata attraverso una serie di esperienze cruciali nella biografia intellettuale Warburg: il viaggio in Italia con Gertrud Bing, gli incontri con figure come Ernst Curtius e Giorgio Pasquali, il dialogo serrato con interlocutori fondamentali quali Edgar Wind ed Ernst Cassirer – snodi che contribuiscono alla definizione di una forma visiva del pensiero, sempre più sintetica e concettualmente densa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.