Il concetto di coevoluzione proviene dalla biologia. Esso indica l’insieme di modificazioni correlate che si verificano in specie che interagiscono tra loro così strettamente da rappresentare l’una un fattore selettivo per l’altra, fino a influenzarsi a vicenda. Mentre la tecnologia che ci circonda si fa sempre più ubiqua, intelligente e connessa, molti autori evidenziano la necessità di riconoscere l’esistenza di un ambiente artificiale in cui si muove la società umana. In effetti, gli artefatti tecnologici sono sempre più spesso in grado di compiere azioni complicate in autonomia, comunicare con noi (e tra loro) con crescente naturalezza e – in ultimo – influenzare comportamenti, tratti fisici e capacità percettive della specie umana, ribaltando i canonici rapporti di forza tra soggetto e strumento. Inoltre, è doveroso sottolineare l’impatto che l’impianto artificiale a supporto delle attività umane ha sugli ecosistemi biologici terrestri e, di conseguenza, sulle condizioni evolutive necessarie a permettere la sopravvivenza e la prosperità della specie. Nell’ambito disciplinare dell’Interaction Design, parlare di coevoluzione tra uomo e tecnologia significa riposizionare l’utente all’interno di un sistema sinergico di attori organici e inorganici, focalizzando lo sforzo progettuale sullo sviluppo di soluzioni sostenibili caratterizzate da una interrelazione tra persone, artefatti e contesto. La ridefinizione continua del nostro stile di vita, generata dal vertiginoso susseguirsi di innovazioni sempre più dirompenti, rappresenta una sfida che il designer è chiamato ad affrontare, aggiornando il proprio approccio metodologico di stampo radicalmente umanistico secondo paradigmi in grado di cogliere la complessità del legame simbiotico tra natura e artificio che caratterizza la contemporaneità. A partire da queste premesse, la progettazione dell’interazione con robot, intelligenze artificiali, assistenti vocali, dispositivi IoT, dispositivi indossabili e protesi richiede la definizione di un processo progettuale maggiormente rivolto alla soluzione di problematiche di carattere sistemico, tenendo conto della rete di relazioni complesse tra gli artefatti e dell’impatto su soggetti diversi dall’utente.

Coevoluzione. Oltre il dualismo Natura - Artificio e verso un approccio non antropocentrico all'interazione

Vacanti, Annapaola
2025-01-01

Abstract

Il concetto di coevoluzione proviene dalla biologia. Esso indica l’insieme di modificazioni correlate che si verificano in specie che interagiscono tra loro così strettamente da rappresentare l’una un fattore selettivo per l’altra, fino a influenzarsi a vicenda. Mentre la tecnologia che ci circonda si fa sempre più ubiqua, intelligente e connessa, molti autori evidenziano la necessità di riconoscere l’esistenza di un ambiente artificiale in cui si muove la società umana. In effetti, gli artefatti tecnologici sono sempre più spesso in grado di compiere azioni complicate in autonomia, comunicare con noi (e tra loro) con crescente naturalezza e – in ultimo – influenzare comportamenti, tratti fisici e capacità percettive della specie umana, ribaltando i canonici rapporti di forza tra soggetto e strumento. Inoltre, è doveroso sottolineare l’impatto che l’impianto artificiale a supporto delle attività umane ha sugli ecosistemi biologici terrestri e, di conseguenza, sulle condizioni evolutive necessarie a permettere la sopravvivenza e la prosperità della specie. Nell’ambito disciplinare dell’Interaction Design, parlare di coevoluzione tra uomo e tecnologia significa riposizionare l’utente all’interno di un sistema sinergico di attori organici e inorganici, focalizzando lo sforzo progettuale sullo sviluppo di soluzioni sostenibili caratterizzate da una interrelazione tra persone, artefatti e contesto. La ridefinizione continua del nostro stile di vita, generata dal vertiginoso susseguirsi di innovazioni sempre più dirompenti, rappresenta una sfida che il designer è chiamato ad affrontare, aggiornando il proprio approccio metodologico di stampo radicalmente umanistico secondo paradigmi in grado di cogliere la complessità del legame simbiotico tra natura e artificio che caratterizza la contemporaneità. A partire da queste premesse, la progettazione dell’interazione con robot, intelligenze artificiali, assistenti vocali, dispositivi IoT, dispositivi indossabili e protesi richiede la definizione di un processo progettuale maggiormente rivolto alla soluzione di problematiche di carattere sistemico, tenendo conto della rete di relazioni complesse tra gli artefatti e dell’impatto su soggetti diversi dall’utente.
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