Il suolo è oggi al centro di una rinnovata attenzione scientifica e progettuale. Non solo supporto all’antropizzazione ma agente attivo della transizione ecologica. Questa tesi si interroga su come le trasformazioni territoriali moderne abbiano inciso sulla costruzione materiale e simbolica dei suoli, adottando come caso studio la Sardegna: un contesto insulare, attraversato da cicli selettivi di modernizzazione agraria, industriale, turistica, energetica. L’ipotesi alla base del lavoro è che, a partire dall’Ottocento, l’isola sia stata investita da una sequenza di grandi trasformazioni che non solo hanno modificato l’organizzazione economica e insediativa del territorio, ma hanno costruito spessori antropogenici di suolo, alterando e sedimentando nuove morfologie, valori e relazioni ecologiche. Questi processi vengono qui letti come forme di antropo-pedogenesi: trasformazioni profonde del suolo generate dall’intervento umano. Il lavoro affianca alle letture degli storici un’ampia raccolta di materiali tecnici e visivi: piani, progetti, mappe, cartografie tematiche, e immagini d’archivio. Queste fonti permettono di leggere il suolo non come un’entità astratta o un dato fisico da quantificare, ma come un archivio materiale delle trasformazioni, un dispositivo che condensa economie, tecniche, politiche e conflitti. L’approccio scelto consente di risalire alle genealogie territoriali della modernità attraverso ciò che nei suoli si è depositato e modificato nel tempo. La struttura della tesi si articola in quattro parti. La prima offre uno sfondo teorico, introducendo le nozioni chiave (suolo, spessore, palinsesto, antropo-pedogenesi, progetto di suolo) e inquadrando la rilevanza del tema nella crisi climatica e nei dibattiti sulla transizione ecologica. La seconda parte ricostruisce le grandi stagioni di trasformazione del territorio sardo a partire dal XIX secolo: dal riformismo sabaudo alle bonifiche passando per la riforma agraria, dall’industrializzazione mineraria a quella dei grandi poli, fino all’esplosione del turismo costiero e delle energie rinnovabili. Tali processi sono letti come capitoli di una modernizzazione selettiva, che ha ridefinito lo spessore di certi suoli dell’isola. La terza parte si concentra su un caso studio specifico: il Sulcis Iglesiente, arcipelago minerario e industriale che si rivela oggi un laboratorio emblematico per studiare la costruzione e rigenerazione dei suoli antropogenici attraverso la transizione dei territori minerari. Qui l’osservazione si fa più ravvicinata e il lavoro apre a una lettura cartografica e fotografica che mette in luce spessori compromessi, processi di rigenerazione spontanea e nuove traiettorie d’uso. La quarta parte, infine, propone alcune mosse progettuali orientate alla cura e alla rigenerazione del suolo: depavimentazioni, riuso delle eccedenze edilizie, costruzione di spessori vegetali e strategie adattive in territori segnati da profondi processi di transizione. La tesi si configura così come un tentativo di rileggere la storia del territorio sardo dal punto di vista del suolo, e al tempo stesso di proporre alcune mosse per il progetto urbanistico. Parlare di progetto di antropo-pedogenesi significa infatti assumere il suolo come agente di transizione, come interfaccia tra natura e artificio, come dispositivo attraverso cui immaginare nuovi scenari.
La costruzione dei suoli in Sardegna. Antropo-pedogenesi delle grandi trasformazioni territoriali dall’Ottocento a oggi / Simoni, Davide. - (2025 Jun 30). [10.25432/simoni-davide_phd2025-06-30]
La costruzione dei suoli in Sardegna. Antropo-pedogenesi delle grandi trasformazioni territoriali dall’Ottocento a oggi.
SIMONI, DAVIDE
2025-06-30
Abstract
Il suolo è oggi al centro di una rinnovata attenzione scientifica e progettuale. Non solo supporto all’antropizzazione ma agente attivo della transizione ecologica. Questa tesi si interroga su come le trasformazioni territoriali moderne abbiano inciso sulla costruzione materiale e simbolica dei suoli, adottando come caso studio la Sardegna: un contesto insulare, attraversato da cicli selettivi di modernizzazione agraria, industriale, turistica, energetica. L’ipotesi alla base del lavoro è che, a partire dall’Ottocento, l’isola sia stata investita da una sequenza di grandi trasformazioni che non solo hanno modificato l’organizzazione economica e insediativa del territorio, ma hanno costruito spessori antropogenici di suolo, alterando e sedimentando nuove morfologie, valori e relazioni ecologiche. Questi processi vengono qui letti come forme di antropo-pedogenesi: trasformazioni profonde del suolo generate dall’intervento umano. Il lavoro affianca alle letture degli storici un’ampia raccolta di materiali tecnici e visivi: piani, progetti, mappe, cartografie tematiche, e immagini d’archivio. Queste fonti permettono di leggere il suolo non come un’entità astratta o un dato fisico da quantificare, ma come un archivio materiale delle trasformazioni, un dispositivo che condensa economie, tecniche, politiche e conflitti. L’approccio scelto consente di risalire alle genealogie territoriali della modernità attraverso ciò che nei suoli si è depositato e modificato nel tempo. La struttura della tesi si articola in quattro parti. La prima offre uno sfondo teorico, introducendo le nozioni chiave (suolo, spessore, palinsesto, antropo-pedogenesi, progetto di suolo) e inquadrando la rilevanza del tema nella crisi climatica e nei dibattiti sulla transizione ecologica. La seconda parte ricostruisce le grandi stagioni di trasformazione del territorio sardo a partire dal XIX secolo: dal riformismo sabaudo alle bonifiche passando per la riforma agraria, dall’industrializzazione mineraria a quella dei grandi poli, fino all’esplosione del turismo costiero e delle energie rinnovabili. Tali processi sono letti come capitoli di una modernizzazione selettiva, che ha ridefinito lo spessore di certi suoli dell’isola. La terza parte si concentra su un caso studio specifico: il Sulcis Iglesiente, arcipelago minerario e industriale che si rivela oggi un laboratorio emblematico per studiare la costruzione e rigenerazione dei suoli antropogenici attraverso la transizione dei territori minerari. Qui l’osservazione si fa più ravvicinata e il lavoro apre a una lettura cartografica e fotografica che mette in luce spessori compromessi, processi di rigenerazione spontanea e nuove traiettorie d’uso. La quarta parte, infine, propone alcune mosse progettuali orientate alla cura e alla rigenerazione del suolo: depavimentazioni, riuso delle eccedenze edilizie, costruzione di spessori vegetali e strategie adattive in territori segnati da profondi processi di transizione. La tesi si configura così come un tentativo di rileggere la storia del territorio sardo dal punto di vista del suolo, e al tempo stesso di proporre alcune mosse per il progetto urbanistico. Parlare di progetto di antropo-pedogenesi significa infatti assumere il suolo come agente di transizione, come interfaccia tra natura e artificio, come dispositivo attraverso cui immaginare nuovi scenari.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: La costruzione dei suoli in Sardegna. Antropo-pedogenesi delle grandi trasformazioni territoriali dall'Ottocento a oggi
Tipologia:
Tesi di dottorato
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