L’opera di Tessenow è sinteticamente riletta a partire da alcuni progetti emblematici, sviluppati nel contesto storico in cui il nazismo consolida la propria autorappresentazione mitografica attraverso l’architettura. In particolare, i lavori sviluppati negli anni Trenta sembrano rielaborare la relazione tra eteronomia e autonomia dell’architettura, in quanto contesa tra le ragioni interne che presiedono alla sua costituzione e quelle esterne, legate a scopi di natura socioculturale e politica. Il concorso per la Festhalle di Rügen e gli altri progetti dello stesso periodo sono i risultati di una ricerca formale basata su di una sorta di totalità simbolica, in cui il principio autonomo dell’architettura sembra ribaltato in una dimensione estetizzante di derivazione eteronomica. Di conseguenza, questi progetti si prestano ad essere riletti come strumenti di identificazione mitica che, grazie alla trasferibilità metodologica e alla sublimazione della prassi compositiva che Tessenow basa sulla semplicità e l’elementarizzazione delle forme architettoniche, assumono una propria specificità declinata come forma di trasposizione simbolica anche nelle opere realizzate per il nazionalsocialismo dai suoi allievi, Speer in particolare. La profonda riflessione elaborata da Tessenow sul rapporto tra modernità e tradizione, sulle relazioni intercorrenti tra forma, linguaggio e rappresentazione, così come sull’ideale connessione con il modello paradigmatico degli archetipi greci, trova nella tecnica moderna il mezzo per sintetizzarne i caratteri costitutivi tramite la composizione di nuove architetture emblematiche della metafisica nazista. Tessenow sviluppa in tal modo una sintesi tra l’autorealizzazione della propria concezione della forma architettonica e la sua identificazione mitica, in bilico tra ambiguità politica e opportunismo professionale. È muovendosi in questa “zona grigia” che Tessenow contribuisce, seppur con pochi ma efficaci frammenti, alla decostruzione storica operata dal nazismo, lasciando aperta la questione sul significato profondo della sua idea di sintesi architettonica, nonché sulle finalità dell’interpretazione dottrinaria che di tale metodo e linguaggio è stata fatta nel secondo Novecento, in particolare in Italia.
Tessenow nella zona grigia
Morpurgo, Guido Mario
2025-01-01
Abstract
L’opera di Tessenow è sinteticamente riletta a partire da alcuni progetti emblematici, sviluppati nel contesto storico in cui il nazismo consolida la propria autorappresentazione mitografica attraverso l’architettura. In particolare, i lavori sviluppati negli anni Trenta sembrano rielaborare la relazione tra eteronomia e autonomia dell’architettura, in quanto contesa tra le ragioni interne che presiedono alla sua costituzione e quelle esterne, legate a scopi di natura socioculturale e politica. Il concorso per la Festhalle di Rügen e gli altri progetti dello stesso periodo sono i risultati di una ricerca formale basata su di una sorta di totalità simbolica, in cui il principio autonomo dell’architettura sembra ribaltato in una dimensione estetizzante di derivazione eteronomica. Di conseguenza, questi progetti si prestano ad essere riletti come strumenti di identificazione mitica che, grazie alla trasferibilità metodologica e alla sublimazione della prassi compositiva che Tessenow basa sulla semplicità e l’elementarizzazione delle forme architettoniche, assumono una propria specificità declinata come forma di trasposizione simbolica anche nelle opere realizzate per il nazionalsocialismo dai suoi allievi, Speer in particolare. La profonda riflessione elaborata da Tessenow sul rapporto tra modernità e tradizione, sulle relazioni intercorrenti tra forma, linguaggio e rappresentazione, così come sull’ideale connessione con il modello paradigmatico degli archetipi greci, trova nella tecnica moderna il mezzo per sintetizzarne i caratteri costitutivi tramite la composizione di nuove architetture emblematiche della metafisica nazista. Tessenow sviluppa in tal modo una sintesi tra l’autorealizzazione della propria concezione della forma architettonica e la sua identificazione mitica, in bilico tra ambiguità politica e opportunismo professionale. È muovendosi in questa “zona grigia” che Tessenow contribuisce, seppur con pochi ma efficaci frammenti, alla decostruzione storica operata dal nazismo, lasciando aperta la questione sul significato profondo della sua idea di sintesi architettonica, nonché sulle finalità dell’interpretazione dottrinaria che di tale metodo e linguaggio è stata fatta nel secondo Novecento, in particolare in Italia.| File | Dimensione | Formato | |
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Morpurgo G_ Tessenow nella zona grigia_Taccuino DRCA IUAV_ Heinrich Tessenow_Architettura come mestiere artigianale_2025 preprint.pdf
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