Per i territori dell’Alto Adriatico e la fascia costiera del Friuli Venezia Giulia, le attività di ricerca sviluppate propongono un’inversione del punto di osservazione: non più dalla costa al mare, bensì dalle acque alle terre. L’ipotesi è che l’integrazione di mobilità marittima, fluviale e terrestre offra inedite prospettive per gestire gli effetti dei cambiamenti in atto. L’invito è a spostare l’attenzione, ancora prevalente nei programmi infrastrutturali regionali, da un’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico incentrata su aste e nodi posti al confine con l’alta pianura e interessati da una domanda “forte” di mobilità, a un modello di funzionamento più capillare e isotropico in grado di servire le forme disperse di urbanizzazione, i piccoli centri, le attrezzature e i servizi che punteggiano la bassa pianura e il litorale. Situazioni, queste ultime, che, al di fuori della stagione turistica, esprimono una domanda “debole” ma strutturale di mobilità, cui dare risposta attraverso più forti sinergie tra trasporto ferroviario, pubblico e privato su acqua e strada, ciclabilità diffusa. In tal modo, si individuano 4 transetti marino-fluviali, proposti come ambiti pilota per sperimentare progetti integrati di pianificazione.

Contesti strategici

Giannotti, Emanuel;Marchigiani, Elena
2025-01-01

Abstract

Per i territori dell’Alto Adriatico e la fascia costiera del Friuli Venezia Giulia, le attività di ricerca sviluppate propongono un’inversione del punto di osservazione: non più dalla costa al mare, bensì dalle acque alle terre. L’ipotesi è che l’integrazione di mobilità marittima, fluviale e terrestre offra inedite prospettive per gestire gli effetti dei cambiamenti in atto. L’invito è a spostare l’attenzione, ancora prevalente nei programmi infrastrutturali regionali, da un’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico incentrata su aste e nodi posti al confine con l’alta pianura e interessati da una domanda “forte” di mobilità, a un modello di funzionamento più capillare e isotropico in grado di servire le forme disperse di urbanizzazione, i piccoli centri, le attrezzature e i servizi che punteggiano la bassa pianura e il litorale. Situazioni, queste ultime, che, al di fuori della stagione turistica, esprimono una domanda “debole” ma strutturale di mobilità, cui dare risposta attraverso più forti sinergie tra trasporto ferroviario, pubblico e privato su acqua e strada, ciclabilità diffusa. In tal modo, si individuano 4 transetti marino-fluviali, proposti come ambiti pilota per sperimentare progetti integrati di pianificazione.
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