Le sfide ambientali, sociali ed economiche che caratterizzano il XXI secolo richiedono una riformulazione profonda dei paradigmi su cui si fonda la pianificazione territoriale. La crisi del modello di sviluppo lineare e l’erosione progressiva delle risorse naturali hanno generato paesaggi frammentati, dinamiche urbane disordinate e vaste porzioni di territorio escluse dai processi di valorizzazione. In questo scenario, il presente lavoro si propone di indagare in che modo l’integrazione tra economia circolare (EC), metabolismo urbano (MU) e gestione del suolo possa offrire strumenti teorici e operativi per ripensare la rigenerazione territoriale. L’obiettivo della ricerca è elaborare un paradigma rigenerativo per la pianificazione, capace di reinterpretare i wastelands – porzioni di territorio abbandonate o residuali – come risorse strategiche, attraverso una sintesi critica tra approcci teorici e pratiche applicative. Questi luoghi, esito tangibile di modelli insediativi superati, non sono più letti come vuoti marginali, ma come interfacce strategiche attraverso cui sperimentare nuove configurazioni spaziali e riattivare economie locali, relazioni sociali e cicli ecologici. L’indagine si fonda sull’assunto che pianificare per la circolarità (planning for circularity) significhi andare oltre l’ottimizzazione tecnica dei flussi materiali e l’efficientamento delle risorse, per abbracciare una visione sistemica e contestuale del territorio, capace di interpretare la complessità territoriale, valorizzare le risorse latenti e attivare dispositivi regolativi innovativi. Il concetto di MU è quindi interpretato in chiave territoriale: non soltanto come analisi dei flussi di materia ed energia, ma come cornice per comprendere le relazioni tra configurazioni spaziali, processi insediativi e governance locale. In questo impianto, il suolo – e in particolare il suolo dei wastelands – assume un ruolo centrale come dispositivo rigenerativo, portatore di valori ecologici, sociali e simbolici. Non più legato unicamente alla sua dimensione quantitativa, come spesso accade nella pratica pianificatoria, può essere riconosciuto come una risorsa viva da leggere, reinterpretare e riattivare. La ricerca si sviluppa lungo una doppia traiettoria: da un lato, una ricostruzione critica dei riferimenti teorici e delle categorie concettuali legate all’EC, al MU e alla rigenerazione urbana; dall’altro, un’analisi empirica di sei casi studio europei – Stoccolma, Amsterdam, Rotterdam, Londra, Bruxelles e Prato – selezionati per la loro capacità di sperimentare approcci rigenerativi in contesti post-industriali. L’analisi è condotta attraverso una griglia interpretativa multidimensionale, che consente di mettere in relazione le pratiche osservate con tre categorie analitiche centrali: leve politico-istituzionali, strumenti urbanistici e regolativi, e fattori di contesto. Questa matrice permette di comprendere le condizioni che facilitano – o ostacolano – la territorializzazione della circolarità e l’emergere di modelli trasformativi. Dai sei contesti analizzati emerge con chiarezza che la rigenerazione circolare si configura come un processo strutturato e sistemico, che richiede un ripensamento profondo delle logiche territoriali. La sua efficacia risiede nella capacità della pianificazione di combinare strumenti regolativi flessibili, governance multilivello e valorizzazione delle pratiche locali. Su questa base, la ricerca propone una grammatica della rigenerazione articolata attorno a principi come adattività, prossimità, reversibilità e resilienza, che possono fungere da guida per l’elaborazione di strategie territoriali capaci di affrontare le fratture ambientali, sociali ed economiche della città-territorio contemporanea.
Planning for circularity: reinterpretare i wastelands nel paradigma contemporaneo della città-territorio / Ferraioli, Elena. - (2025 Oct 13).
Planning for circularity: reinterpretare i wastelands nel paradigma contemporaneo della città-territorio
FERRAIOLI, ELENA
2025-10-13
Abstract
Le sfide ambientali, sociali ed economiche che caratterizzano il XXI secolo richiedono una riformulazione profonda dei paradigmi su cui si fonda la pianificazione territoriale. La crisi del modello di sviluppo lineare e l’erosione progressiva delle risorse naturali hanno generato paesaggi frammentati, dinamiche urbane disordinate e vaste porzioni di territorio escluse dai processi di valorizzazione. In questo scenario, il presente lavoro si propone di indagare in che modo l’integrazione tra economia circolare (EC), metabolismo urbano (MU) e gestione del suolo possa offrire strumenti teorici e operativi per ripensare la rigenerazione territoriale. L’obiettivo della ricerca è elaborare un paradigma rigenerativo per la pianificazione, capace di reinterpretare i wastelands – porzioni di territorio abbandonate o residuali – come risorse strategiche, attraverso una sintesi critica tra approcci teorici e pratiche applicative. Questi luoghi, esito tangibile di modelli insediativi superati, non sono più letti come vuoti marginali, ma come interfacce strategiche attraverso cui sperimentare nuove configurazioni spaziali e riattivare economie locali, relazioni sociali e cicli ecologici. L’indagine si fonda sull’assunto che pianificare per la circolarità (planning for circularity) significhi andare oltre l’ottimizzazione tecnica dei flussi materiali e l’efficientamento delle risorse, per abbracciare una visione sistemica e contestuale del territorio, capace di interpretare la complessità territoriale, valorizzare le risorse latenti e attivare dispositivi regolativi innovativi. Il concetto di MU è quindi interpretato in chiave territoriale: non soltanto come analisi dei flussi di materia ed energia, ma come cornice per comprendere le relazioni tra configurazioni spaziali, processi insediativi e governance locale. In questo impianto, il suolo – e in particolare il suolo dei wastelands – assume un ruolo centrale come dispositivo rigenerativo, portatore di valori ecologici, sociali e simbolici. Non più legato unicamente alla sua dimensione quantitativa, come spesso accade nella pratica pianificatoria, può essere riconosciuto come una risorsa viva da leggere, reinterpretare e riattivare. La ricerca si sviluppa lungo una doppia traiettoria: da un lato, una ricostruzione critica dei riferimenti teorici e delle categorie concettuali legate all’EC, al MU e alla rigenerazione urbana; dall’altro, un’analisi empirica di sei casi studio europei – Stoccolma, Amsterdam, Rotterdam, Londra, Bruxelles e Prato – selezionati per la loro capacità di sperimentare approcci rigenerativi in contesti post-industriali. L’analisi è condotta attraverso una griglia interpretativa multidimensionale, che consente di mettere in relazione le pratiche osservate con tre categorie analitiche centrali: leve politico-istituzionali, strumenti urbanistici e regolativi, e fattori di contesto. Questa matrice permette di comprendere le condizioni che facilitano – o ostacolano – la territorializzazione della circolarità e l’emergere di modelli trasformativi. Dai sei contesti analizzati emerge con chiarezza che la rigenerazione circolare si configura come un processo strutturato e sistemico, che richiede un ripensamento profondo delle logiche territoriali. La sua efficacia risiede nella capacità della pianificazione di combinare strumenti regolativi flessibili, governance multilivello e valorizzazione delle pratiche locali. Su questa base, la ricerca propone una grammatica della rigenerazione articolata attorno a principi come adattività, prossimità, reversibilità e resilienza, che possono fungere da guida per l’elaborazione di strategie territoriali capaci di affrontare le fratture ambientali, sociali ed economiche della città-territorio contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi di dottorato PLANNING FOR CIRCULARITY
Tipologia:
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