Il contributo ripercorre le vicende degli anni relativi alla formazione (1850-1860) del fotografo "veneziano" Antonio Beato a partire dall’incontro - a Costantinopoli all’inizio degli anni Cinquanta del 1800 - suo e del fratello Felice, con il loro futuro cognato, il fotografo ed incisore britannico James Robertson. Da quest'ultimo essi apprendono la tecnica, ma anche uno sguardo complesso e articolato che pone particolare attenzione all'architettura e alla città. In questo senso le loro fotografie hanno un valore paragonabile a quelle di altri pionieri della fotografia della seconda metà dell’Ottocento (quali Gustave Le Gray, Francis Frith, Maxime du Camp, Félix Bonfils, o i fratelli Zangaki), tuttavia non si può no notare come, con i loro scatti, essi non si limitino a catturare i magnifici resti delle architetture prodotte dalle antiche civiltà sorte ai margini orientali del Mediterraneo, ma arrivino anche a realizzare quelli che possono essere considerati dei veri e propri primi reportage di guerra. Così il testo si concentra sia sul viaggio che, partendo da Costantinopoli, i fratelli Beato e James Robertson compiono attraverso il Mediterraneo orientale tra il 1854 e il 1857, raggiungendo la Grecia, Malta, la Terra Santa e l'Egitto, sia su quello che, assieme o separatamente, essi compiono, tra il 1855 e il 1859, per documentare documentare ciò che avviene con la guerra di Crimea (1854-1856) e con la Prima guerra di liberazione indiana a Lucknow e Delhi (1857-1865).

Gli anni della formazione = The formative years

Marco Ferrari
;
2025-01-01

Abstract

Il contributo ripercorre le vicende degli anni relativi alla formazione (1850-1860) del fotografo "veneziano" Antonio Beato a partire dall’incontro - a Costantinopoli all’inizio degli anni Cinquanta del 1800 - suo e del fratello Felice, con il loro futuro cognato, il fotografo ed incisore britannico James Robertson. Da quest'ultimo essi apprendono la tecnica, ma anche uno sguardo complesso e articolato che pone particolare attenzione all'architettura e alla città. In questo senso le loro fotografie hanno un valore paragonabile a quelle di altri pionieri della fotografia della seconda metà dell’Ottocento (quali Gustave Le Gray, Francis Frith, Maxime du Camp, Félix Bonfils, o i fratelli Zangaki), tuttavia non si può no notare come, con i loro scatti, essi non si limitino a catturare i magnifici resti delle architetture prodotte dalle antiche civiltà sorte ai margini orientali del Mediterraneo, ma arrivino anche a realizzare quelli che possono essere considerati dei veri e propri primi reportage di guerra. Così il testo si concentra sia sul viaggio che, partendo da Costantinopoli, i fratelli Beato e James Robertson compiono attraverso il Mediterraneo orientale tra il 1854 e il 1857, raggiungendo la Grecia, Malta, la Terra Santa e l'Egitto, sia su quello che, assieme o separatamente, essi compiono, tra il 1855 e il 1859, per documentare documentare ciò che avviene con la guerra di Crimea (1854-1856) e con la Prima guerra di liberazione indiana a Lucknow e Delhi (1857-1865).
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