Il contributo ripercorre le vicende degli anni della maturità del fotografo "veneziano" Antonio Beato corrispondenti alla sua permanenza al Cairo (1860-1860) e a Luxor (1862-1905), dove egli è anche l'unico fotografo stabilmente insediato. Ciò significa che a differenza di altri pionieri della fotografia come Maxim Du Camp, Francis Firth, Pascal Sabah o Félix Bonfils, il suo lavoro rappresenta una documentazione senza pari sulle straordinarie vestigia dell'antico Egitto, in un momento in cui questo vede l'arrivo dei primi turisti del nuovo Gran Tour, ma anche in cui nasce la moderna ricerca archeologica. Obbiettivo del saggio è quello di analizzare le fotografie di Antonio per leggervi la sua speciale sensibilità sia per la specificità dell'architettura dell'antico Egitto, sia per i complessi rapporti che s’instaurano tra monumento e paesaggio. Per tale ragione le foto di Antonio sono accompagnate da alcuni ridisegni delle planimetrie dei principali siti archeologici (Giza, Abido, Luxor, Karnak, Tebe ovest, Kom Ombo, Edfu fino a File e Abu Simbel) in un ideale percorso che, dal Cairo, risale il Nilo fino alla Nubia. Ridisegni che, nell’insieme, vogliono essere un primo, germinale, tentativo di ragionare – così come aveva fatto Vincent Scully con i templi della Grecia classica – più che sul monumento in se stesso, su ciò che lo lega agli altri monumenti, al suo territorio e al suo paesaggio.

Gli anni egiziani = The Egyptian years

Ferrari, Marco;
2025-01-01

Abstract

Il contributo ripercorre le vicende degli anni della maturità del fotografo "veneziano" Antonio Beato corrispondenti alla sua permanenza al Cairo (1860-1860) e a Luxor (1862-1905), dove egli è anche l'unico fotografo stabilmente insediato. Ciò significa che a differenza di altri pionieri della fotografia come Maxim Du Camp, Francis Firth, Pascal Sabah o Félix Bonfils, il suo lavoro rappresenta una documentazione senza pari sulle straordinarie vestigia dell'antico Egitto, in un momento in cui questo vede l'arrivo dei primi turisti del nuovo Gran Tour, ma anche in cui nasce la moderna ricerca archeologica. Obbiettivo del saggio è quello di analizzare le fotografie di Antonio per leggervi la sua speciale sensibilità sia per la specificità dell'architettura dell'antico Egitto, sia per i complessi rapporti che s’instaurano tra monumento e paesaggio. Per tale ragione le foto di Antonio sono accompagnate da alcuni ridisegni delle planimetrie dei principali siti archeologici (Giza, Abido, Luxor, Karnak, Tebe ovest, Kom Ombo, Edfu fino a File e Abu Simbel) in un ideale percorso che, dal Cairo, risale il Nilo fino alla Nubia. Ridisegni che, nell’insieme, vogliono essere un primo, germinale, tentativo di ragionare – così come aveva fatto Vincent Scully con i templi della Grecia classica – più che sul monumento in se stesso, su ciò che lo lega agli altri monumenti, al suo territorio e al suo paesaggio.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Antonio Beato gli anni egiziani_compressed.pdf

non disponibili

Descrizione: file completo con copertina, frontespizio, colophon e pagine con foto e disegni correlate
Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: Accesso ristretto
Dimensione 5.13 MB
Formato Adobe PDF
5.13 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/367529
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact