Molto è stato scritto su ciò che accaduto in occasione del vertice del Gruppo degli Otto a Genova tra il 19 e il 21 luglio 2001. Non è quindi questa l’occasione per ricostruire verità storiche ormai assodate o per ribadire, se non sinteticamente, le informazioni facilmente reperibili in rete e all’interno di una solida bibliografia. Per quanto il terreno sia scivoloso, qui si proverà allora a teorizzare sugli spazi e i tempi che hanno costruito l’ennesima frattura d’Italia, elevandola a paradigma non solo della differenza genovese e del suo carattere selvatico, ma anche della condizione urbana contemporanea e dello statuto stesso di città quale luogo d’elezione del politico e dell’impolitico. Queste, dunque, sono le tre tesi che – pur sbilanciando la lunghezza del contributo sulla prima maggiormente legata alla città di Genova – si vorranno sostenere e all’interno delle quali l’architettura non si rivelerà una quinta muta per il teatro del quotidiano o «semplicemente il luogo passivo, lo scenario […] in cui finiscono per confluire e manifestarsi tutta una serie di correnti più profonde della lotta politica», quanto piuttosto «un’arma nella lotta politica» o il principio inattuale dell’eccezione.

Paradigma G8. Architettura della rivolta

Pastorello, Andrea
2024-01-01

Abstract

Molto è stato scritto su ciò che accaduto in occasione del vertice del Gruppo degli Otto a Genova tra il 19 e il 21 luglio 2001. Non è quindi questa l’occasione per ricostruire verità storiche ormai assodate o per ribadire, se non sinteticamente, le informazioni facilmente reperibili in rete e all’interno di una solida bibliografia. Per quanto il terreno sia scivoloso, qui si proverà allora a teorizzare sugli spazi e i tempi che hanno costruito l’ennesima frattura d’Italia, elevandola a paradigma non solo della differenza genovese e del suo carattere selvatico, ma anche della condizione urbana contemporanea e dello statuto stesso di città quale luogo d’elezione del politico e dell’impolitico. Queste, dunque, sono le tre tesi che – pur sbilanciando la lunghezza del contributo sulla prima maggiormente legata alla città di Genova – si vorranno sostenere e all’interno delle quali l’architettura non si rivelerà una quinta muta per il teatro del quotidiano o «semplicemente il luogo passivo, lo scenario […] in cui finiscono per confluire e manifestarsi tutta una serie di correnti più profonde della lotta politica», quanto piuttosto «un’arma nella lotta politica» o il principio inattuale dell’eccezione.
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