L’uomo si muove ovunque, ma straniero in mezzo a cose straniere, senza conoscere ciò in cui si imbatte. È questa un’antica considerazione che ci viene consegnata dai presocratici (cfr. H. Kranz Diels, I presocratici. Testimonianze e frammenti, Laterza, Bari, 1981). Lo straniamento e spaesamento sembrano ancor più presenti frequentando i luoghi e le architetture della contemporaneità. Per secoli si sono sedimentate sulle superfici dei manufatti tutte le variazioni immaginabili e possibili dell’arte del costruire utilizzando determinati materiali, sempre gli stessi, declinati in una miriade di varianti. La loro lavorazione si è prestata a configurare i paesaggi che oggi variamente gradiamo, pur non comprendendone appieno i messaggi che trasmettono. Ciò vale per la maggior parte della popolazione che in qualche modo, distrattamente, li frequenta, lasciando ai rarissimi esperti la comprensione del segno e il senso della loro presenza. Fra tutti i materiali da costruzione però, insieme al vetro e alle materie plastiche, sembra che i metalli non abbiano trascurato alcuna possibilità e potenzialità. Assai più difficili da lavorare rispetto a tutti gli altri, se paragonati alla quasi totalità di quelli della tradizione, i metalli custodiscono una sfida da superare ad ogni costo. Devono perciò plasmarsi alla volontà del costruttore poiché da secoli rappresentano la potenza, la forza, la resistenza, la lunga durata. È noto, ad esempio, che nelle attività di belligerazione fra le varie popolazioni il possesso di armi più potenti dei nemici volge solitamente le sorti a favore di coloro che le detengono. In questo i metalli hanno contribuito in maniera ineguagliabile fino ad oggi e si presume che così sarà per lungo tempo.

Espressività metallica di facciata

ZENNARO, PIETRO
2012-01-01

Abstract

L’uomo si muove ovunque, ma straniero in mezzo a cose straniere, senza conoscere ciò in cui si imbatte. È questa un’antica considerazione che ci viene consegnata dai presocratici (cfr. H. Kranz Diels, I presocratici. Testimonianze e frammenti, Laterza, Bari, 1981). Lo straniamento e spaesamento sembrano ancor più presenti frequentando i luoghi e le architetture della contemporaneità. Per secoli si sono sedimentate sulle superfici dei manufatti tutte le variazioni immaginabili e possibili dell’arte del costruire utilizzando determinati materiali, sempre gli stessi, declinati in una miriade di varianti. La loro lavorazione si è prestata a configurare i paesaggi che oggi variamente gradiamo, pur non comprendendone appieno i messaggi che trasmettono. Ciò vale per la maggior parte della popolazione che in qualche modo, distrattamente, li frequenta, lasciando ai rarissimi esperti la comprensione del segno e il senso della loro presenza. Fra tutti i materiali da costruzione però, insieme al vetro e alle materie plastiche, sembra che i metalli non abbiano trascurato alcuna possibilità e potenzialità. Assai più difficili da lavorare rispetto a tutti gli altri, se paragonati alla quasi totalità di quelli della tradizione, i metalli custodiscono una sfida da superare ad ogni costo. Devono perciò plasmarsi alla volontà del costruttore poiché da secoli rappresentano la potenza, la forza, la resistenza, la lunga durata. È noto, ad esempio, che nelle attività di belligerazione fra le varie popolazioni il possesso di armi più potenti dei nemici volge solitamente le sorti a favore di coloro che le detengono. In questo i metalli hanno contribuito in maniera ineguagliabile fino ad oggi e si presume che così sarà per lungo tempo.
2012
9788859807100
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