I conflitti militari che hanno interessato questi Paesi negli ultimi anni –dalla guerra serbo-bosniaca, al conflitto in Kosovo, sino alla guerra russo-georgiana e quella russo-ucraina ancora in corso – rilanciano gli area studies, dopo qualche decennio di (almeno parziale) disinteresse da parte della comunità scientifica dei comparatisti, al netto di poche eccezioni. La crescente facilità di reperimento delle fonti e la definitiva apertura al dialogo con i giuristi dell’Est, grazie anche all’incremento nel numero di pubblicazioni giuridiche nelle lingue nazionali, accanto alle più tradizionali voci enciclopediche in inglese e alle monografie di settore, innervano di relazioni e frequentazioni i centri di documentazione (come quello di Leida o di Monaco) e superano quello che era stato inquadrato come un problema di “oggetto”, da un lato, e la riconosciuta interferenza dell’elemento extragiuridico sull’enunciato giuridico, definito come un problema di “metodo”, dall’altro. Cade così ogni alibi per i comparatisti che si trovino oggi ad osservare questi ordinamenti, intraprendendo quella entusiasmante avventura dello studio del diritto dell’area orientale post-sovietica. .

LEGAL CHANGE, ISTITUZIONI E ORGANIZZAZIONI: BREVI RIFLESSIONI INTORNO ALLE TRANSIZIONI COMPIUTE E INCOMPIUTE

Pasa, Barbara
2025-01-01

Abstract

I conflitti militari che hanno interessato questi Paesi negli ultimi anni –dalla guerra serbo-bosniaca, al conflitto in Kosovo, sino alla guerra russo-georgiana e quella russo-ucraina ancora in corso – rilanciano gli area studies, dopo qualche decennio di (almeno parziale) disinteresse da parte della comunità scientifica dei comparatisti, al netto di poche eccezioni. La crescente facilità di reperimento delle fonti e la definitiva apertura al dialogo con i giuristi dell’Est, grazie anche all’incremento nel numero di pubblicazioni giuridiche nelle lingue nazionali, accanto alle più tradizionali voci enciclopediche in inglese e alle monografie di settore, innervano di relazioni e frequentazioni i centri di documentazione (come quello di Leida o di Monaco) e superano quello che era stato inquadrato come un problema di “oggetto”, da un lato, e la riconosciuta interferenza dell’elemento extragiuridico sull’enunciato giuridico, definito come un problema di “metodo”, dall’altro. Cade così ogni alibi per i comparatisti che si trovino oggi ad osservare questi ordinamenti, intraprendendo quella entusiasmante avventura dello studio del diritto dell’area orientale post-sovietica. .
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