La riflessione sui temi dell’abitare la montagna si è arricchita negli ultimi anni grazie ad una serie di contributi, soprattutto geografici, sui nuovi modi di relazionarsi alle terre alte che si spiegano alla luce di specifiche dinamiche socio-economiche accentuate dalla crisi pandemica e dagli effetti dei cambiamenti climatici su città sempre più calde e inquinate. In particolare, le opportunità di ibridazione di spazi lavorativi e privati offerte dallo smart working e dall’aumento delle competenze digitali, la diffusione di pratiche outdoor e la ricerca di un maggiore contatto con la natura hanno favorito nuove traiettorie verticali dalle aree urbane verso i contesti montani. Pur descrivendo fenomeni molto variegati – dai veri e propri trasferimenti permanenti, alle forme di residenzialità lunghe o a intermittenza, ai soggiorni più brevi a scopo meramente ricreativo, solo per fare qualche esempio – queste mobilità sembrano definire stili di vita e scelte che sono maggiormente orientate al benessere psico-fisico, al rispetto per l’ambiente e ad una dimensione comunitaria delle relazioni. Inquadrato da questi riferimenti teorici, il contributo presenta una ricerca in corso presso Cibiana di Cadore, uno dei comuni della Valle del Boite nel Bellunese che ha avuto accesso ai fondi del “Piano Nazionale Borghi” (Linea 2) per la rigenerazione dei piccoli centri attraverso progetti locali a base culturale finalizzati a contrastare lo spopolamento, la marginalizzazione e la progressiva riduzione di attività e servizi. La ricerca avviata a inizi 2024, nell’ambito della partnership tra il comune e l'Università IUAV, ha previsto una serie di attività di coinvolgimento della comunità finalizzate alla valorizzazione, anche in chiave turistica, del patrimonio storico locale a partire dal recupero della memoria collettiva e dal rafforzamento del senso di identità. In particolare, l’esperienza della scuola estiva “Abitare la montagna” realizzata nelle prime due settimane di settembre 2024 ha permesso di effettuare un lavoro di campo di tipo etnografico con la collaborazione di 20 studenti di architettura e un gruppo di esperti e studiosi che hanno collaborato all’iniziativa. La presenza della classe in residenza ha favorito la creazione di relazioni di fiducia con la comunità e reso possibile la realizzazione di una trentina di video-interviste a residenti, nuovi residenti, operatori economici, proprietari di seconde case, ex emigrati, lavoratori pendolari e turisti che a diverso titolo hanno raccontato che cosa ha significato, significa e significherà abitare Cibiana. Il lavoro ha fatto emergere ricordi, percezioni, fatti, opinioni, critiche che descrivono i diversi modi di relazionarsi a questi luoghi nel tempo, con particolare riferimento alle posizioni dei nuovi residenti e ai suggerimenti e alle aspirazioni che delineano le possibili forme di abitare la montagna nel futuro. La profilazione delle risposte raccolte offre uno spaccato esemplificativo della molteplicità di vissuti e punti di vista da considerare nella riflessione teorica su questi temi ma soprattutto nelle politiche da implementare per orientare lo sviluppo di questi contesti.
Riabitare la montagna. Riabitare Cibiana di Cadore. Risultati preliminari da un lavoro di campo
Meneghello Sabrina
;Fregolent Laura
2025-01-01
Abstract
La riflessione sui temi dell’abitare la montagna si è arricchita negli ultimi anni grazie ad una serie di contributi, soprattutto geografici, sui nuovi modi di relazionarsi alle terre alte che si spiegano alla luce di specifiche dinamiche socio-economiche accentuate dalla crisi pandemica e dagli effetti dei cambiamenti climatici su città sempre più calde e inquinate. In particolare, le opportunità di ibridazione di spazi lavorativi e privati offerte dallo smart working e dall’aumento delle competenze digitali, la diffusione di pratiche outdoor e la ricerca di un maggiore contatto con la natura hanno favorito nuove traiettorie verticali dalle aree urbane verso i contesti montani. Pur descrivendo fenomeni molto variegati – dai veri e propri trasferimenti permanenti, alle forme di residenzialità lunghe o a intermittenza, ai soggiorni più brevi a scopo meramente ricreativo, solo per fare qualche esempio – queste mobilità sembrano definire stili di vita e scelte che sono maggiormente orientate al benessere psico-fisico, al rispetto per l’ambiente e ad una dimensione comunitaria delle relazioni. Inquadrato da questi riferimenti teorici, il contributo presenta una ricerca in corso presso Cibiana di Cadore, uno dei comuni della Valle del Boite nel Bellunese che ha avuto accesso ai fondi del “Piano Nazionale Borghi” (Linea 2) per la rigenerazione dei piccoli centri attraverso progetti locali a base culturale finalizzati a contrastare lo spopolamento, la marginalizzazione e la progressiva riduzione di attività e servizi. La ricerca avviata a inizi 2024, nell’ambito della partnership tra il comune e l'Università IUAV, ha previsto una serie di attività di coinvolgimento della comunità finalizzate alla valorizzazione, anche in chiave turistica, del patrimonio storico locale a partire dal recupero della memoria collettiva e dal rafforzamento del senso di identità. In particolare, l’esperienza della scuola estiva “Abitare la montagna” realizzata nelle prime due settimane di settembre 2024 ha permesso di effettuare un lavoro di campo di tipo etnografico con la collaborazione di 20 studenti di architettura e un gruppo di esperti e studiosi che hanno collaborato all’iniziativa. La presenza della classe in residenza ha favorito la creazione di relazioni di fiducia con la comunità e reso possibile la realizzazione di una trentina di video-interviste a residenti, nuovi residenti, operatori economici, proprietari di seconde case, ex emigrati, lavoratori pendolari e turisti che a diverso titolo hanno raccontato che cosa ha significato, significa e significherà abitare Cibiana. Il lavoro ha fatto emergere ricordi, percezioni, fatti, opinioni, critiche che descrivono i diversi modi di relazionarsi a questi luoghi nel tempo, con particolare riferimento alle posizioni dei nuovi residenti e ai suggerimenti e alle aspirazioni che delineano le possibili forme di abitare la montagna nel futuro. La profilazione delle risposte raccolte offre uno spaccato esemplificativo della molteplicità di vissuti e punti di vista da considerare nella riflessione teorica su questi temi ma soprattutto nelle politiche da implementare per orientare lo sviluppo di questi contesti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



