Disposto su uno dei tre colli di Cantù, il Collegio De Amicis, famoso per aver formato illustri personaggi della cultura e della politica lombarda, aveva deciso una radicale trasformazione del proprio impianto. Il progetto, arrivato fino alla concessione edilizia e poi sospeso, prevedeva una concezione opposta a quella fin lì perseguita dal vecchio impianto. Non una enclave chiusa, ma un "varco" urbano tra i centri scolastici pubblici disposti a sud e l'asse urbano principale di Cantù, disposto a nord del lotto. La scelta, approvata dalle autorità ecclesiastiche, tendeva a trasformare la presenza dell'istituzione formativa da una esibizione di separatezza (turris eburnea) in un servizio per la città, in un fattore di connessione e di libera circolazione. La parte didattica a sud si strutturava come un sistema di passeggiate pubbliche tra i campi gioco e la zona delle aule-laboratori, a loro volta distribuiti da un'analoga passeggiata interna che produceva una galleria a gradoni. Ogni terrazzamento era formato da patii occupati da laboratori e sormontati da aule. Per effetto della pendenza le aule erano sempre aperte sul panorama. La parte attigua al vecchio complesso realizzava una nuova biblioteca a coronamento della prestigiosa biblioteca storica, mentre un auditorium, mensa e chiesa costruivano una terrazza panoramica sulla sommità del colle. Sul lato ovest, appoggiata su terrazzamenti mistilinei e definita dal tracciato stradale, una complessa morfologia di edifici terrazzati di due piani, avrebbe ospitato un'istituzione formativa laica.
"Centro scolastico De Amicis a Cantù"
GALANTINO, MAURO
1996-01-01
Abstract
Disposto su uno dei tre colli di Cantù, il Collegio De Amicis, famoso per aver formato illustri personaggi della cultura e della politica lombarda, aveva deciso una radicale trasformazione del proprio impianto. Il progetto, arrivato fino alla concessione edilizia e poi sospeso, prevedeva una concezione opposta a quella fin lì perseguita dal vecchio impianto. Non una enclave chiusa, ma un "varco" urbano tra i centri scolastici pubblici disposti a sud e l'asse urbano principale di Cantù, disposto a nord del lotto. La scelta, approvata dalle autorità ecclesiastiche, tendeva a trasformare la presenza dell'istituzione formativa da una esibizione di separatezza (turris eburnea) in un servizio per la città, in un fattore di connessione e di libera circolazione. La parte didattica a sud si strutturava come un sistema di passeggiate pubbliche tra i campi gioco e la zona delle aule-laboratori, a loro volta distribuiti da un'analoga passeggiata interna che produceva una galleria a gradoni. Ogni terrazzamento era formato da patii occupati da laboratori e sormontati da aule. Per effetto della pendenza le aule erano sempre aperte sul panorama. La parte attigua al vecchio complesso realizzava una nuova biblioteca a coronamento della prestigiosa biblioteca storica, mentre un auditorium, mensa e chiesa costruivano una terrazza panoramica sulla sommità del colle. Sul lato ovest, appoggiata su terrazzamenti mistilinei e definita dal tracciato stradale, una complessa morfologia di edifici terrazzati di due piani, avrebbe ospitato un'istituzione formativa laica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.