In un luogo irripetibile, la città di Orta S.Giulio, un lotto attiguo al Comune era rimasto in disuso per 50 anni. Composto, in origine, da una torre per la residenza, una stalla sottostante, un pollaio, un patio, un rimessaggio barche e una darsena, rappresentava il tipo edilizio storico di un'economia lacustre povera, parzialmente integrata da un briciolo di agricoltura e allevamento familiare. Al momento dell'incarico restava la torre e un muro di cinta ridotto a due metri. Il resto era collassato all'interno creando una strana cava a cielo aperto. Dopo una ricerca abbiamo potuto ricostruire la forma d'origine del lotto, le sue altimetrie, trasformando le destinazioni iniziali in una zona giorno lunga 60 metri e larga tra i 4 e i 6 metri ed una torre di quattro camere. Lavoro svolto in parallelo con la Soprintendenza di Torino, anche grazie all'architetto Sartorio, all'epoca responsabile, è stato possibile realizzare una ricostruzione che ha confermato stereometria, tecniche e materiali, ma ha potuto rendere abitabile un manufatto senza finestre lavorando sulla sezione e sull'uso della luce zenitale.

“Casa sul lago”

GALANTINO, MAURO
1998-01-01

Abstract

In un luogo irripetibile, la città di Orta S.Giulio, un lotto attiguo al Comune era rimasto in disuso per 50 anni. Composto, in origine, da una torre per la residenza, una stalla sottostante, un pollaio, un patio, un rimessaggio barche e una darsena, rappresentava il tipo edilizio storico di un'economia lacustre povera, parzialmente integrata da un briciolo di agricoltura e allevamento familiare. Al momento dell'incarico restava la torre e un muro di cinta ridotto a due metri. Il resto era collassato all'interno creando una strana cava a cielo aperto. Dopo una ricerca abbiamo potuto ricostruire la forma d'origine del lotto, le sue altimetrie, trasformando le destinazioni iniziali in una zona giorno lunga 60 metri e larga tra i 4 e i 6 metri ed una torre di quattro camere. Lavoro svolto in parallelo con la Soprintendenza di Torino, anche grazie all'architetto Sartorio, all'epoca responsabile, è stato possibile realizzare una ricostruzione che ha confermato stereometria, tecniche e materiali, ma ha potuto rendere abitabile un manufatto senza finestre lavorando sulla sezione e sull'uso della luce zenitale.
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