L'attività artistica di Pietro Lombardo e dei figli Tullio e Antonio, protrattasi a Venezia per oltre cinquant'anni, è un'autentica sfida filologica per gli studiosi. Le tante sculture eseguite - rilievi, statue, tombe ducali - e le importanti architetture realizzate o soltanto progettate - cappelle, chiese, palazzi - formano un catalogo di opere quanto mai vasto ed eterogeneo. E' difficile pensare che in qualsiasi edificio di una certa importanza realizzato a Venezia tra Quattro e Cinquecento non sia stata coinvolta la bottega, non foss'altro come impresa specializzata nella fornitura di materiali lapidei. Questa ininterrotta e ramificata attività artistica e professionale comporta l'oggettiva difficoltà di delineare un quadro unitario dell'opera dei Lombardo, e giustifica l'assenza, a tutt'oggi , di una monografia a essi dedicata. I consueti strumenti storiografici e narrativi sembranoi infatti infrangersi contro tale ricchezza di dati, e non è forse casuale che a distanza di oltre un secolo resti ancora indispensabile quello straordinario, e per certi versi inestricabile, mosaico critico-documentario rappresentato da L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia di Pietro Paoletti (1893-1897). Con questo libro si tenta di scalfire l'omogeneità di quella massa imponente di informazioni. Per articolare un discorso sui Lombardo è sembrato indispensabile riunire e mettere a confronto fra loro, e per la prima volta su questo tema, specialisti italiani e stranieri, diversi per formazione e orientamento metodologico. E' una scelta che si inserisce nel solco di una pluridecennale tradizione di studi del Dipartimento di Storia dell'Architettura dell'Università IUAV di Venezia, i cui convegni sono sempre stati dettati dall'urgenza scientifica di un problema storiografico, a prescindere da ricorrenze o centenari. I saggi qui raccolti iniziano dunque a colmare una vistosa lacuna negli studi sull'arte e l'architettura veneziane tra Quattro e Cinquecento, indagando la nascita e lo sviluppo di un nuovo linguaggio artistico in città e nel Dominio: dalla diffusione nel secondo Quattrocento, ad opera soprattutto del capostipite Pietro, di modelli antichizzanti ancora intrecciati a tradizioni figurative e iconografiche medievali (si vedano i saggi di Richard Schofield, Cristiano Tessari, Laura Corti), alla affermazione di un gusto esplicitamente romano e antico, come emrge nelle opere dei figli tullio e Antonio (saggio di Charles Hope). In questa evoluzione risalta l'inedito apportato dato dalle illustrazioni a stampa prodotte dalla nuova industria tipografica veneziana (si veda il saggio di Alison Luchs).
I Lombardo. Architettura e scultura a Venezia tra ‘400 e ‘500
GUERRA, ANDREA;MORRESI, MANUELA MARIA;SCHOFIELD, RICHARD
2006-01-01
Abstract
L'attività artistica di Pietro Lombardo e dei figli Tullio e Antonio, protrattasi a Venezia per oltre cinquant'anni, è un'autentica sfida filologica per gli studiosi. Le tante sculture eseguite - rilievi, statue, tombe ducali - e le importanti architetture realizzate o soltanto progettate - cappelle, chiese, palazzi - formano un catalogo di opere quanto mai vasto ed eterogeneo. E' difficile pensare che in qualsiasi edificio di una certa importanza realizzato a Venezia tra Quattro e Cinquecento non sia stata coinvolta la bottega, non foss'altro come impresa specializzata nella fornitura di materiali lapidei. Questa ininterrotta e ramificata attività artistica e professionale comporta l'oggettiva difficoltà di delineare un quadro unitario dell'opera dei Lombardo, e giustifica l'assenza, a tutt'oggi , di una monografia a essi dedicata. I consueti strumenti storiografici e narrativi sembranoi infatti infrangersi contro tale ricchezza di dati, e non è forse casuale che a distanza di oltre un secolo resti ancora indispensabile quello straordinario, e per certi versi inestricabile, mosaico critico-documentario rappresentato da L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia di Pietro Paoletti (1893-1897). Con questo libro si tenta di scalfire l'omogeneità di quella massa imponente di informazioni. Per articolare un discorso sui Lombardo è sembrato indispensabile riunire e mettere a confronto fra loro, e per la prima volta su questo tema, specialisti italiani e stranieri, diversi per formazione e orientamento metodologico. E' una scelta che si inserisce nel solco di una pluridecennale tradizione di studi del Dipartimento di Storia dell'Architettura dell'Università IUAV di Venezia, i cui convegni sono sempre stati dettati dall'urgenza scientifica di un problema storiografico, a prescindere da ricorrenze o centenari. I saggi qui raccolti iniziano dunque a colmare una vistosa lacuna negli studi sull'arte e l'architettura veneziane tra Quattro e Cinquecento, indagando la nascita e lo sviluppo di un nuovo linguaggio artistico in città e nel Dominio: dalla diffusione nel secondo Quattrocento, ad opera soprattutto del capostipite Pietro, di modelli antichizzanti ancora intrecciati a tradizioni figurative e iconografiche medievali (si vedano i saggi di Richard Schofield, Cristiano Tessari, Laura Corti), alla affermazione di un gusto esplicitamente romano e antico, come emrge nelle opere dei figli tullio e Antonio (saggio di Charles Hope). In questa evoluzione risalta l'inedito apportato dato dalle illustrazioni a stampa prodotte dalla nuova industria tipografica veneziana (si veda il saggio di Alison Luchs).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.