Nel secolo della globalizzazione e del boom tecnologico le metropoli europee sono diventate realtà sempre più frammentate e parcellizzate, in cui i cittadini, svuotati dai legami tradizionali ai luoghi di appartenenza, faticano a trovare un punto di riferimento comune. Che cosa possono fare le amministrazioni per dare alla città un volto rassicurante e accogliente, ma anche per offrire servizi competitivi ed efficienti sia alla comunità dei residenti sia ai turisti? Sul finire degli anni sessanta molte istituzioni e imprese private accolsero il versatile modello della corporate identity- l'immagine coordinata- che, come scrisse Giovanni Anceschi nel 1994, diventò un "galateo", uno "stile di comportamento" da adottare anche nei confronti delle collettività. Partendo da un'analisi approfondita dei presupposti teorici originari dell'immagine coordinata e ripercorrendone le applicazioni più emblematiche viene restituita una mappatura delle interfacce metropolitane odierne, che dimostra come la corporate identity sia riuscita ad adeguarsi alla congiuntura attuale, restituendo, talvolta anche solo temporaneamente, alla città reale l'unitarietà perduta. Da bristol ad Amsterdam, da Torino ai network interattivi, l'immagine coordinata apparirà senz'altro profondamente trasformata rispetto ai suoi principi fondanti, ma per nulla obsoleta, pronta al contrario e riorganizzarsi in forme originali e autonome.
Interfacce metropolitane. Frammenti di corporate identity
BONINI LESSING, EMANUELA FANNY
2010-01-01
Abstract
Nel secolo della globalizzazione e del boom tecnologico le metropoli europee sono diventate realtà sempre più frammentate e parcellizzate, in cui i cittadini, svuotati dai legami tradizionali ai luoghi di appartenenza, faticano a trovare un punto di riferimento comune. Che cosa possono fare le amministrazioni per dare alla città un volto rassicurante e accogliente, ma anche per offrire servizi competitivi ed efficienti sia alla comunità dei residenti sia ai turisti? Sul finire degli anni sessanta molte istituzioni e imprese private accolsero il versatile modello della corporate identity- l'immagine coordinata- che, come scrisse Giovanni Anceschi nel 1994, diventò un "galateo", uno "stile di comportamento" da adottare anche nei confronti delle collettività. Partendo da un'analisi approfondita dei presupposti teorici originari dell'immagine coordinata e ripercorrendone le applicazioni più emblematiche viene restituita una mappatura delle interfacce metropolitane odierne, che dimostra come la corporate identity sia riuscita ad adeguarsi alla congiuntura attuale, restituendo, talvolta anche solo temporaneamente, alla città reale l'unitarietà perduta. Da bristol ad Amsterdam, da Torino ai network interattivi, l'immagine coordinata apparirà senz'altro profondamente trasformata rispetto ai suoi principi fondanti, ma per nulla obsoleta, pronta al contrario e riorganizzarsi in forme originali e autonome.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.