Nei paesi nordici la corrente neoclassica cominciò ad evidenziarsi con chiarezza nell’ultimo trentennio del XVIII secolo, periodo nel quale iniziarono a manifestarsi movimenti nazionali di tipo romantico, che influenzarono la formazione artistica all’interno della stessa Accademia, aprendo nuovi spazi di conoscenza e dandoci artisti dalla potente personalità. Artisti ed architetti influenzati dallo spirito rinnovatore dell’illuminismo francese e spesso seguaci di una fratellanza muratoria. Un esempio delle particolari motivazioni di questo rinnovato clima artistico viene fornito dalle vicende del governo danese dopo l’esautoramento della regina Carolina Matilde e del primo ministro e suo favorito Johann Friedrich conte di Struensee. In quella nuova realtà sociopolitica emersero e furono attivi artisti quanto mai originali, per tematiche e stili. È già eloquente citare i nomi di Nikolaj Abraham Abildgaard (1743-1809) e Asmus Jakob Cartens, come pittori e di Johannes Wiedewelt (1731-1802) come scultore architetto. Tutti partirono da esperienze artistiche di più vasta cultura europea, viaggiarono in Italia, soggiornarono a Roma, dove ebbero contatti con i fautori di una rinnovata cultura classica, basata sullo studio dei recenti ritrovamenti archeologici. Ebbero contatti con gli inglesi, con colleghi venuti dal nord e con i francesi del Prix de Rome. Il Wiedewelt, giunto nell’Urbe e presentato come studente premiato dall’Accademia Reale di Copenaghen ebbe contatti e visse in sodalizio con il grande teorico tedesco Winckelmann. Questi gli consegnò il suo testo e le immagini: «Storia dell’Arte dell’Antichità», facendola pubblicare nel 1764, dove veniva proposta un’idea neoclassica nelle Belle Arti. L’artista danese ritornato in patria realizzò la tomba di re Federico V nella cattedrale di Roskilde. Nel 1769 durante un viaggio in Inghilterra, in compagnia dell’architetto di corte Jardin, si imbattè in una serie di monumenti posti negli spazi verdi del landscape, memore di questa ed altre esperienze tra il 1777 ed il 1789, per volere reale, progettò ed eresse nella località di Jagerspriss, cinquantaquattro colonne monumento, commemorative a personalità danesi e norvegesi di particolare rilievo nella Politica, nella Scienza e nella Cultura. Questi segni lapidei, posti in un grande bosco, sono stati studiati e rilevati al fine di una più ampia pubblicazione e di una esposizione di tavole grafico-esplicative, quest’ultima già avvenuta.
Le colonne commemorative a Jaegerspris: "L'acuto profilo" del Neoclassicismo e lo spazio aperto di concezione pre-romantica
LUCCHESE, VINCENZO
1993-01-01
Abstract
Nei paesi nordici la corrente neoclassica cominciò ad evidenziarsi con chiarezza nell’ultimo trentennio del XVIII secolo, periodo nel quale iniziarono a manifestarsi movimenti nazionali di tipo romantico, che influenzarono la formazione artistica all’interno della stessa Accademia, aprendo nuovi spazi di conoscenza e dandoci artisti dalla potente personalità. Artisti ed architetti influenzati dallo spirito rinnovatore dell’illuminismo francese e spesso seguaci di una fratellanza muratoria. Un esempio delle particolari motivazioni di questo rinnovato clima artistico viene fornito dalle vicende del governo danese dopo l’esautoramento della regina Carolina Matilde e del primo ministro e suo favorito Johann Friedrich conte di Struensee. In quella nuova realtà sociopolitica emersero e furono attivi artisti quanto mai originali, per tematiche e stili. È già eloquente citare i nomi di Nikolaj Abraham Abildgaard (1743-1809) e Asmus Jakob Cartens, come pittori e di Johannes Wiedewelt (1731-1802) come scultore architetto. Tutti partirono da esperienze artistiche di più vasta cultura europea, viaggiarono in Italia, soggiornarono a Roma, dove ebbero contatti con i fautori di una rinnovata cultura classica, basata sullo studio dei recenti ritrovamenti archeologici. Ebbero contatti con gli inglesi, con colleghi venuti dal nord e con i francesi del Prix de Rome. Il Wiedewelt, giunto nell’Urbe e presentato come studente premiato dall’Accademia Reale di Copenaghen ebbe contatti e visse in sodalizio con il grande teorico tedesco Winckelmann. Questi gli consegnò il suo testo e le immagini: «Storia dell’Arte dell’Antichità», facendola pubblicare nel 1764, dove veniva proposta un’idea neoclassica nelle Belle Arti. L’artista danese ritornato in patria realizzò la tomba di re Federico V nella cattedrale di Roskilde. Nel 1769 durante un viaggio in Inghilterra, in compagnia dell’architetto di corte Jardin, si imbattè in una serie di monumenti posti negli spazi verdi del landscape, memore di questa ed altre esperienze tra il 1777 ed il 1789, per volere reale, progettò ed eresse nella località di Jagerspriss, cinquantaquattro colonne monumento, commemorative a personalità danesi e norvegesi di particolare rilievo nella Politica, nella Scienza e nella Cultura. Questi segni lapidei, posti in un grande bosco, sono stati studiati e rilevati al fine di una più ampia pubblicazione e di una esposizione di tavole grafico-esplicative, quest’ultima già avvenuta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.