Il saggio tenta di indagare, attraverso l’analisi geometrico-configurativa di alcuni esempi, quanto la complessità e libertà formale dell’architettura contemporanea oppure, parallelamente, l’estetica della riduzione e dell’austera asetticità formale e decorativa del Minimalismo moderno che sembrano scarnificare, in una nuova accezione di Manierismo, le configurazioni tettoniche fino a ridurle a puri solidi platonici, siano effettivamente il frutto dell’estrema raffinatezza, manipolabilità e simulabilità dello strumento digitale. Ovviamente queste forme così complesse esprimono un ideale e un concetto maturati nel loro tempo e che, pur assecondando un funzione, vengono in più casi definite ‘libere’ non solo per la capacità di svilupparsi nello spazio con estrema disinvoltura guidate dalla sapiente mano del progettista che da forma all’idea, ma soprattutto perché per prima è libera l’idea che genera la forma, libera da protocolli stilistici troppo rigido che nel passato sono stati guida e vincolo allo stesso tempo per l’artista-architetto e che, nella pur affascinante e pregevole produzione artistica, sono stati capaci nelle diverse epoche di generare esempi molto riconoscibili e facilmente classificabili all’interno della cultura che li aveva prodotti. Ma il rapporto di derivazione tra queste forme e l’uso del nuovo strumento digitale non è così automatico e diretto, il discorso è sicuramente molto più complesso, sono molti i fattori che concorrono alla codificazione del linguaggio espressivo dell’architettura contemporanea. Sicuramente la rivoluzionaria liberazione morfologica dell’architettura digitale ha portato a compimento il processo già chiaramente intrapreso dal decostruttivismo accentuando la tendenza verso forme instabili e imprevedibili mediante le intersezioni di superfici piane nelle ricerche progettuali. Forse in una prima istanza si potrebbe affermare che l’apparente instabilità delle superfici architettoniche contemporanee o l’esasperato dinamismo delle free forms, quasi come se apparse all’improvviso in un passaggio fluido e istantaneo tra la mente dell’architetto e la realtà, siano la traduzione della velocità d’azione, di pensiero e di comunicazione tipiche della nostra epoca. Queste architetture sembrano nate da uno schizzo a mano libera, veloce e sintetico, piuttosto che da dei disegni esecutivi o da renderign, e che si siano perfezionate, dal punto di vista morfologico, nello spazio durante la loro costruzione. Il saggio tenta una conclusione critica sull’argomento in cui, rimarcando il ruolo ancora indissolubile tra geometria e forma in architettura, evidenzia come sia troppo riduttivo sminuire l’importanza che il disegno informatizzato ha introdotto nella nostra epoca, contribuendo alla nascita di un nuovo linguaggio; ma sarebbe altrettanto riduttivo affermare che le moderne tecnologie per la modellazione virtuale e la rappresentazione, bastino da sole a poter concepire una forma architettonica, dotata di un suo contenuto espressivo, destinato nella storia a sedimentarsi in quella forma.

Tra forma e tettonica: la geometria descrittiva come archetipo compositivo

D'ACUNTO, GIUSEPPE
2012-01-01

Abstract

Il saggio tenta di indagare, attraverso l’analisi geometrico-configurativa di alcuni esempi, quanto la complessità e libertà formale dell’architettura contemporanea oppure, parallelamente, l’estetica della riduzione e dell’austera asetticità formale e decorativa del Minimalismo moderno che sembrano scarnificare, in una nuova accezione di Manierismo, le configurazioni tettoniche fino a ridurle a puri solidi platonici, siano effettivamente il frutto dell’estrema raffinatezza, manipolabilità e simulabilità dello strumento digitale. Ovviamente queste forme così complesse esprimono un ideale e un concetto maturati nel loro tempo e che, pur assecondando un funzione, vengono in più casi definite ‘libere’ non solo per la capacità di svilupparsi nello spazio con estrema disinvoltura guidate dalla sapiente mano del progettista che da forma all’idea, ma soprattutto perché per prima è libera l’idea che genera la forma, libera da protocolli stilistici troppo rigido che nel passato sono stati guida e vincolo allo stesso tempo per l’artista-architetto e che, nella pur affascinante e pregevole produzione artistica, sono stati capaci nelle diverse epoche di generare esempi molto riconoscibili e facilmente classificabili all’interno della cultura che li aveva prodotti. Ma il rapporto di derivazione tra queste forme e l’uso del nuovo strumento digitale non è così automatico e diretto, il discorso è sicuramente molto più complesso, sono molti i fattori che concorrono alla codificazione del linguaggio espressivo dell’architettura contemporanea. Sicuramente la rivoluzionaria liberazione morfologica dell’architettura digitale ha portato a compimento il processo già chiaramente intrapreso dal decostruttivismo accentuando la tendenza verso forme instabili e imprevedibili mediante le intersezioni di superfici piane nelle ricerche progettuali. Forse in una prima istanza si potrebbe affermare che l’apparente instabilità delle superfici architettoniche contemporanee o l’esasperato dinamismo delle free forms, quasi come se apparse all’improvviso in un passaggio fluido e istantaneo tra la mente dell’architetto e la realtà, siano la traduzione della velocità d’azione, di pensiero e di comunicazione tipiche della nostra epoca. Queste architetture sembrano nate da uno schizzo a mano libera, veloce e sintetico, piuttosto che da dei disegni esecutivi o da renderign, e che si siano perfezionate, dal punto di vista morfologico, nello spazio durante la loro costruzione. Il saggio tenta una conclusione critica sull’argomento in cui, rimarcando il ruolo ancora indissolubile tra geometria e forma in architettura, evidenzia come sia troppo riduttivo sminuire l’importanza che il disegno informatizzato ha introdotto nella nostra epoca, contribuendo alla nascita di un nuovo linguaggio; ma sarebbe altrettanto riduttivo affermare che le moderne tecnologie per la modellazione virtuale e la rappresentazione, bastino da sole a poter concepire una forma architettonica, dotata di un suo contenuto espressivo, destinato nella storia a sedimentarsi in quella forma.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/99695
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact