Tra i principali protagonisti delle vicende architettoniche del secondo dopoguerra, Louis I. Kahn ha lasciato indiscutibili capolavori tra i quali il Salk Institute a La Jolla, il Kimbell Museum di Fort Worth, il complesso del Parlamento a Dacca, che si distinguono per una inusitata monumentalità e documentano una crescente attenzione nei confronti dell’Antico. Il rapporto con la storia e, in particolare, l’interpretazione delle fonti antiquarie costituisce uno tra i principali nodi attorno cui si articola l’opera e la ricerca dell’architetto estone-americano. Nel presente saggio l’autore si propone di ordinare e indagare i disegni realizzati da Kahn al cospetto delle antiche rovine in occasione dei due viaggi da lui compiuti nel Mediterraneo, rispettivamente nel 1928 e nel 1951. Si tratta di esperienze lontane non solo nel tempo: sulle tracce degli insegnamenti appresi alla scuola di Philadelphia sotto la guida dell’architetto di educazione Beaux-Arts Paul Cret, la prima, sollecitata invece dalle radicali innovazioni introdotte alla Scuola di Architettura di Yale dal direttore e amico George Howe, la seconda. La diversa natura dei disegni consente di cogliere un mutato atteggiamento nei confronti dell’antico e testimonia come Kahn non si sottragga alle responsabilità che accompagnano il mestiere da lui scelto affiancando il lavoro progettuale con un’inesauribile ricerca intorno ai fondamenti dell’architettura.
Pompei, Roma e l'Antico: Louis I. Kahn e l'inesauribile "fonte".
BONAITI, MARIA
2006-01-01
Abstract
Tra i principali protagonisti delle vicende architettoniche del secondo dopoguerra, Louis I. Kahn ha lasciato indiscutibili capolavori tra i quali il Salk Institute a La Jolla, il Kimbell Museum di Fort Worth, il complesso del Parlamento a Dacca, che si distinguono per una inusitata monumentalità e documentano una crescente attenzione nei confronti dell’Antico. Il rapporto con la storia e, in particolare, l’interpretazione delle fonti antiquarie costituisce uno tra i principali nodi attorno cui si articola l’opera e la ricerca dell’architetto estone-americano. Nel presente saggio l’autore si propone di ordinare e indagare i disegni realizzati da Kahn al cospetto delle antiche rovine in occasione dei due viaggi da lui compiuti nel Mediterraneo, rispettivamente nel 1928 e nel 1951. Si tratta di esperienze lontane non solo nel tempo: sulle tracce degli insegnamenti appresi alla scuola di Philadelphia sotto la guida dell’architetto di educazione Beaux-Arts Paul Cret, la prima, sollecitata invece dalle radicali innovazioni introdotte alla Scuola di Architettura di Yale dal direttore e amico George Howe, la seconda. La diversa natura dei disegni consente di cogliere un mutato atteggiamento nei confronti dell’antico e testimonia come Kahn non si sottragga alle responsabilità che accompagnano il mestiere da lui scelto affiancando il lavoro progettuale con un’inesauribile ricerca intorno ai fondamenti dell’architettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.