Il particolare oggetto di questo libro può apparire quanto mai inattuale e parziale. Il genere di spettacolo, l’opera italiana, di cui qui si descrivono le superstiti tracce visibili, è considerato ormai per lo più materia di studio e di conservazione, nonostante i frequenti tentativi di rigenerazione messi in atto negli allestimenti contemporanei. Eppure una diversa considerazione del valore di questi monumenti culturali potrebbe essere proposta a partire dalla ricollocazione di questi strani oggetti dentro una storia diversa, quella che potremmo chiamare una storia dello sguardo, e cioè una storia delle forme della visione e dell’attenzione, o della distrazione: questa sì davvero attuale nel momento in cui la capacità di comprendere e comunicare attraverso le immagini si è profondamente degradata per un eccesso di stimolazione. La storia dello spazio e delle immagini dell’opera italiana è stata quella di una progressiva riduzione e addomesticamento. Le ricorrenti istanze riformatrici di un genere fantastico e irragionevole, di un pubblico indisciplinato e distratto, ma anche capace di imprevedibili entusiasmi, hanno alla fine prevalso con la complicità di strumenti di rappresentazione inadeguati alla comprensione di uno spettacolo avvolgente e “totale”. L’attenzione, respinta dall’oscurità e dal silenzio in cui sono sprofondate le sale teatrali e cinematografiche, si è alla fine concentrata su un solo spettacolo, su un’unica illusione immersiva e distante. La sala del teatro all’italiana potrebbe invece tornare ad essere praticata come un’eccezionale palestra visiva, in cui uno sguardo paralizzato impari di nuovo a muoversi in tutte le direzioni, a dilatare e a contrarre il proprio campo visivo, a seguire tracciati obliqui o deviati, a mettere a fuoco piani diversi dell’immagine e del significato. Nella prima parte di questo libro si sfogliano i diversi livelli della complessa immagine della sala e della scena teatrale, le forme e i disegni riconducibili alle molteplici istanze artistiche, tecniche e sociali che nell’evento teatrale hanno trovato una sintesi più o meno equilibrata. Nella seconda parte le figure si ricompongono nelle particolari letture di tre coppie di sale e allestimenti scenici in un esercizio, a suo modo esemplare, di visione trasparente e di ricreazione analoga di una apparenza ad un tempo superficiale e profonda.

La geometria della distrazione : il disegno del teatro e delle scene dell'opera italiana

Garbin, Emanuele
2009-01-01

Abstract

Il particolare oggetto di questo libro può apparire quanto mai inattuale e parziale. Il genere di spettacolo, l’opera italiana, di cui qui si descrivono le superstiti tracce visibili, è considerato ormai per lo più materia di studio e di conservazione, nonostante i frequenti tentativi di rigenerazione messi in atto negli allestimenti contemporanei. Eppure una diversa considerazione del valore di questi monumenti culturali potrebbe essere proposta a partire dalla ricollocazione di questi strani oggetti dentro una storia diversa, quella che potremmo chiamare una storia dello sguardo, e cioè una storia delle forme della visione e dell’attenzione, o della distrazione: questa sì davvero attuale nel momento in cui la capacità di comprendere e comunicare attraverso le immagini si è profondamente degradata per un eccesso di stimolazione. La storia dello spazio e delle immagini dell’opera italiana è stata quella di una progressiva riduzione e addomesticamento. Le ricorrenti istanze riformatrici di un genere fantastico e irragionevole, di un pubblico indisciplinato e distratto, ma anche capace di imprevedibili entusiasmi, hanno alla fine prevalso con la complicità di strumenti di rappresentazione inadeguati alla comprensione di uno spettacolo avvolgente e “totale”. L’attenzione, respinta dall’oscurità e dal silenzio in cui sono sprofondate le sale teatrali e cinematografiche, si è alla fine concentrata su un solo spettacolo, su un’unica illusione immersiva e distante. La sala del teatro all’italiana potrebbe invece tornare ad essere praticata come un’eccezionale palestra visiva, in cui uno sguardo paralizzato impari di nuovo a muoversi in tutte le direzioni, a dilatare e a contrarre il proprio campo visivo, a seguire tracciati obliqui o deviati, a mettere a fuoco piani diversi dell’immagine e del significato. Nella prima parte di questo libro si sfogliano i diversi livelli della complessa immagine della sala e della scena teatrale, le forme e i disegni riconducibili alle molteplici istanze artistiche, tecniche e sociali che nell’evento teatrale hanno trovato una sintesi più o meno equilibrata. Nella seconda parte le figure si ricompongono nelle particolari letture di tre coppie di sale e allestimenti scenici in un esercizio, a suo modo esemplare, di visione trasparente e di ricreazione analoga di una apparenza ad un tempo superficiale e profonda.
2009
9788831799690
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