L’architetto Henri Labrouste commenta sulle pagine della Revue Générale de l’Architecture et des Travaux Publics uno dei suoi primi importanti edifici realizzati, la Bibliothèque Sainte-Geneviève, situata in vicinanza del Panthéon di Parigi. Le note di Labrouste mettono in luce la complessità delle fasi di progettazione di un edificio pubblico che era stato accolto accolto con considerevole interesse ma anche con forti critiche. Il rendiconto dell’architetto rivela convinzioni, esitazioni, qualche rammarico, rendendo chiara l’impossibilità di una coerente enunciazione teorica della propria proposta. Idee e commenti dell’autore proiettano un’ambigua luce sul proprio progetto, così come sugli assunti metodologici che lo hanno influenzato nella creazione dell’edificio. La conclusione è che l’edificio stesso condensa ogni tensione teorica: l’essenzialità dell’idea trova concretezza esattamente nell’edificio, a dimostrazione che le teorie, senza la realtà della costruzione, rimangono soltanto aspirazioni.

Le parole e il monumento. La Bibliothèque Sainte-Geneviève commentata da Henri Labrouste

DUBBINI, RENZO
2009-01-01

Abstract

L’architetto Henri Labrouste commenta sulle pagine della Revue Générale de l’Architecture et des Travaux Publics uno dei suoi primi importanti edifici realizzati, la Bibliothèque Sainte-Geneviève, situata in vicinanza del Panthéon di Parigi. Le note di Labrouste mettono in luce la complessità delle fasi di progettazione di un edificio pubblico che era stato accolto accolto con considerevole interesse ma anche con forti critiche. Il rendiconto dell’architetto rivela convinzioni, esitazioni, qualche rammarico, rendendo chiara l’impossibilità di una coerente enunciazione teorica della propria proposta. Idee e commenti dell’autore proiettano un’ambigua luce sul proprio progetto, così come sugli assunti metodologici che lo hanno influenzato nella creazione dell’edificio. La conclusione è che l’edificio stesso condensa ogni tensione teorica: l’essenzialità dell’idea trova concretezza esattamente nell’edificio, a dimostrazione che le teorie, senza la realtà della costruzione, rimangono soltanto aspirazioni.
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