Il saggio ragiona attraverso l’accostamento di due termini – Archivio e Mostra – che identificano due istituzioni ma anche due forme organizzative di materiali, scritture, azioni. E le due parole sono sicuramente cruciali e riassuntive per indicare il senso e la missione della Biennale di Venezia, in quanto entità istituzionale che sempre più si identifica in una poderosa piattaforma di discussione per la cultura contemporanea globale, sulla quale si dispongono e si confrontano riflessioni, narrazioni, accadimenti, varie manifestazioni temporanee ed eventi prevalentemente riconducibili al formato della mostra, ma non solo. La prima parte del saggio analizza la nuova fenomenologia del mostrare gli archivi. Essa si avvale di nuove convinzioni, che mettono a fuoco un’idea di mostra intesa come temporanea estrapolazione d'archivio, la quale comunica l’intenzione di misurare le tensioni che di volta in volta si verificano fra la logica dell'archivio come organizzazione e la concezione di mostra come attraversamento momentaneo e interpretazione provvisoria, contingente, nata da esigenze progettuali. La mostra in quanto dispiegamento di materiali archivistici sembra alludere all'atlante inteso come luogo polimaterico e avvolgente, non panottico, nel quale ci si può immergere anche senza la mediazionedelle didascalie. È una orizzontalità dove si evidenziano le connessioni e gli infiniti legami che si possono verificare in superficie. Il lavoro e l’ordinamento archivistici producono verticalità, invece le mostre dispiegando i materiali attenuano provvisoriamente i legami dell'organizzazione archivistica del documento e producono orizzontalità, connessioni, discorsi, interrogativi e visioni. La seconda introduce il tema - altrettanto problematico - dell’archiviare la mostra, nel pieno riconoscimento del suo statuto preciso, di scrittura che può generare nuove ricerche e una catena non sempre governabile di comportamenti, riflessioni e scritture ulteriori.
L’archivio in mostra: materialità documentaria e dispositivo visionario
LUPANO, MARIO
2013-01-01
Abstract
Il saggio ragiona attraverso l’accostamento di due termini – Archivio e Mostra – che identificano due istituzioni ma anche due forme organizzative di materiali, scritture, azioni. E le due parole sono sicuramente cruciali e riassuntive per indicare il senso e la missione della Biennale di Venezia, in quanto entità istituzionale che sempre più si identifica in una poderosa piattaforma di discussione per la cultura contemporanea globale, sulla quale si dispongono e si confrontano riflessioni, narrazioni, accadimenti, varie manifestazioni temporanee ed eventi prevalentemente riconducibili al formato della mostra, ma non solo. La prima parte del saggio analizza la nuova fenomenologia del mostrare gli archivi. Essa si avvale di nuove convinzioni, che mettono a fuoco un’idea di mostra intesa come temporanea estrapolazione d'archivio, la quale comunica l’intenzione di misurare le tensioni che di volta in volta si verificano fra la logica dell'archivio come organizzazione e la concezione di mostra come attraversamento momentaneo e interpretazione provvisoria, contingente, nata da esigenze progettuali. La mostra in quanto dispiegamento di materiali archivistici sembra alludere all'atlante inteso come luogo polimaterico e avvolgente, non panottico, nel quale ci si può immergere anche senza la mediazionedelle didascalie. È una orizzontalità dove si evidenziano le connessioni e gli infiniti legami che si possono verificare in superficie. Il lavoro e l’ordinamento archivistici producono verticalità, invece le mostre dispiegando i materiali attenuano provvisoriamente i legami dell'organizzazione archivistica del documento e producono orizzontalità, connessioni, discorsi, interrogativi e visioni. La seconda introduce il tema - altrettanto problematico - dell’archiviare la mostra, nel pieno riconoscimento del suo statuto preciso, di scrittura che può generare nuove ricerche e una catena non sempre governabile di comportamenti, riflessioni e scritture ulteriori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.