Da tempo si riconosce la natura spaziale dei dati archeologici, e l’archeologia stessa è stata definita una “disciplina spaziale” da più di trent’anni. Lo slancio nell’utilizzo dei Sistemi Informativi Geografici all’interno della comunità archeologica è avvenuto nell’ultimo decennio come risultato dell’urgente necessità di archiviare, processare, analizzare le qualità spaziali di grosse quantità di dati archeologici e presentare i risultati in modo veloce ed efficiente. Mentre è piuttosto evidente che la comunità di utenti sia notevolmente cresciuta negli anni recenti, i GIS però non sono ancora diventati parte integrante della ricerca archeologica. E’ facile osservare che i sistemi informativi geografici siano parzialmente utilizzati nell’archeologia quantitativa e computazionale. E ancor più evidente che ancora oggi chi si occupa di prevenzione, conservazione e recupero di questi luoghi ricchi di storia non adotta sistematicamente l’uso di un gis. Spesso ci si trova di fronte ad archivi non ancora digitalizzati, non sempre ordinati, con il risultato di rendere ancor più difficile la gestione di questo importante patrimonio. Lo studio qui descritto è la sintesi di una ricerca in atto che vede coinvolto il MiBAC- Direzione regionale per i beni culturali e paesagistici del Friuli Venezia Giulia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG e l’Università Iuav di Venezia, ed è un tipico esempio di applicazione di un sistema informativo nel tentativo di fornire uno strumento più consono alla gestione di un complesso sistema archeologico.
Un sistema informativo per il controllo, la prevenzione e la manutenzione di Aquileia
BALLETTI, CATERINA;BENEDETTI, ANDREA;
2011-01-01
Abstract
Da tempo si riconosce la natura spaziale dei dati archeologici, e l’archeologia stessa è stata definita una “disciplina spaziale” da più di trent’anni. Lo slancio nell’utilizzo dei Sistemi Informativi Geografici all’interno della comunità archeologica è avvenuto nell’ultimo decennio come risultato dell’urgente necessità di archiviare, processare, analizzare le qualità spaziali di grosse quantità di dati archeologici e presentare i risultati in modo veloce ed efficiente. Mentre è piuttosto evidente che la comunità di utenti sia notevolmente cresciuta negli anni recenti, i GIS però non sono ancora diventati parte integrante della ricerca archeologica. E’ facile osservare che i sistemi informativi geografici siano parzialmente utilizzati nell’archeologia quantitativa e computazionale. E ancor più evidente che ancora oggi chi si occupa di prevenzione, conservazione e recupero di questi luoghi ricchi di storia non adotta sistematicamente l’uso di un gis. Spesso ci si trova di fronte ad archivi non ancora digitalizzati, non sempre ordinati, con il risultato di rendere ancor più difficile la gestione di questo importante patrimonio. Lo studio qui descritto è la sintesi di una ricerca in atto che vede coinvolto il MiBAC- Direzione regionale per i beni culturali e paesagistici del Friuli Venezia Giulia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG e l’Università Iuav di Venezia, ed è un tipico esempio di applicazione di un sistema informativo nel tentativo di fornire uno strumento più consono alla gestione di un complesso sistema archeologico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.