L’obiettivo del viaggio di studio-tirocinio in Mali è quello di offrire ai nostri studenti una opportunità di progettazione sostenibile, partecipata e sperimentale in un luogo complesso e ricco di spunti di riflessione. Era fine settembre 2008, saremmo partiti il 16 febbraio 2009 per far ritorno il 3 marzo. L'idea di Benno Albrecht formulata nell'estate del 2008 fu quella di proporre a una ventina di studenti una esperienza di studio e di lavoro individuando come "campo" il territorio dei Dogon. L'audacia di questa proposta era insita nella idea stessa di uno spaesamento radicale che avrebbe portato i nostri studenti a considerare una realtà sociale, economica e geografica totalmente distante. L'obiettivo didattico che ci proponevamo era sì quello di entrare in contatto con tecniche e principi costruttivi descritti e rappresentati solo attraverso una ristretta e specialistica letteratura di settore, in una strategia generale di rivalutazione del low tech, ma soprattutto ci attendevamo un benefico shock culturale che avrebbe indotto i nostri studenti, come poi si è effettivamente verificato, a riconsiderare il ruolo etico e sociale più profondo del nostro mestiere.

VAGGIO STUDIO IN MALI. DA BAMAKO AI VILLAGGI DOGON. NOTE PRELIMINARI

GIANI, ESTHER
2009-01-01

Abstract

L’obiettivo del viaggio di studio-tirocinio in Mali è quello di offrire ai nostri studenti una opportunità di progettazione sostenibile, partecipata e sperimentale in un luogo complesso e ricco di spunti di riflessione. Era fine settembre 2008, saremmo partiti il 16 febbraio 2009 per far ritorno il 3 marzo. L'idea di Benno Albrecht formulata nell'estate del 2008 fu quella di proporre a una ventina di studenti una esperienza di studio e di lavoro individuando come "campo" il territorio dei Dogon. L'audacia di questa proposta era insita nella idea stessa di uno spaesamento radicale che avrebbe portato i nostri studenti a considerare una realtà sociale, economica e geografica totalmente distante. L'obiettivo didattico che ci proponevamo era sì quello di entrare in contatto con tecniche e principi costruttivi descritti e rappresentati solo attraverso una ristretta e specialistica letteratura di settore, in una strategia generale di rivalutazione del low tech, ma soprattutto ci attendevamo un benefico shock culturale che avrebbe indotto i nostri studenti, come poi si è effettivamente verificato, a riconsiderare il ruolo etico e sociale più profondo del nostro mestiere.
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