Il porto è stato per secoli un ambito penetrabile, fisicamente contiguo, separato ma complementare al tessuto urbano, funzionalmente interdipendente, una zona di interfaccia tra terra e acqua che ha intrattenuto con la città forme differenti di relazione, determinandone spesso l’espansione e l’accumulo di ricchezza, e promuovendone l’immagine. Diversi fattori hanno innescato processi di separazione tra città e porto operando nel tempo ad una varietà di scala e in differenti condizioni spaziali e tecnologiche, arrivando a mettere in discussione l’identità originale dell’ambito portuale in quanto spazio commerciale e produttivo. In numerose esperienze le vecchie aree portuali sono state riutilizzate e reintegrate nel circuito della fruizione urbana (residenze, infrastrutture, servizi, commercio, terziario, etc.) o più spesso ricostruite, recuperando la situazione di degrado spaziale e sociale, cogliendo così l’occasione per una ridefinizione complessiva dell’assetto urbano e del sistema infrastrutturale; questo processo ha generato trasformazioni anche nei tessuti insediativi immediatamente adiacenti al porto, che riconvertiti e riqualificati sono stati valorizzati anche dal punto di vista economico-sociale e ambientale, diventando spesso luoghi di fruizione e attrazione per residenti e turisti. Le trasformazioni sperimentate dalle città portuali nella seconda metà del XX secolo, viste alla luce delle straordinarie dinamiche di mutamento spaziale e di rinnovamento funzionale che hanno interessato aree inutilizzate ed obsolete, rappresentano senza dubbio una delle maggiori opportunità di sviluppo urbano in epoca contemporanea.

Recupero delle aree portuali per lo sviluppo urbano

GIOVINAZZI, ORIANA
2013-01-01

Abstract

Il porto è stato per secoli un ambito penetrabile, fisicamente contiguo, separato ma complementare al tessuto urbano, funzionalmente interdipendente, una zona di interfaccia tra terra e acqua che ha intrattenuto con la città forme differenti di relazione, determinandone spesso l’espansione e l’accumulo di ricchezza, e promuovendone l’immagine. Diversi fattori hanno innescato processi di separazione tra città e porto operando nel tempo ad una varietà di scala e in differenti condizioni spaziali e tecnologiche, arrivando a mettere in discussione l’identità originale dell’ambito portuale in quanto spazio commerciale e produttivo. In numerose esperienze le vecchie aree portuali sono state riutilizzate e reintegrate nel circuito della fruizione urbana (residenze, infrastrutture, servizi, commercio, terziario, etc.) o più spesso ricostruite, recuperando la situazione di degrado spaziale e sociale, cogliendo così l’occasione per una ridefinizione complessiva dell’assetto urbano e del sistema infrastrutturale; questo processo ha generato trasformazioni anche nei tessuti insediativi immediatamente adiacenti al porto, che riconvertiti e riqualificati sono stati valorizzati anche dal punto di vista economico-sociale e ambientale, diventando spesso luoghi di fruizione e attrazione per residenti e turisti. Le trasformazioni sperimentate dalle città portuali nella seconda metà del XX secolo, viste alla luce delle straordinarie dinamiche di mutamento spaziale e di rinnovamento funzionale che hanno interessato aree inutilizzate ed obsolete, rappresentano senza dubbio una delle maggiori opportunità di sviluppo urbano in epoca contemporanea.
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