Un libro avvincente e trascinante come Un Corbusier di François Chaslin è all’origine del presente articolo, che trae spunto dalle numerose sollecitazioni che il volume offre per ripercorrere la formazione e le amicizie di Le Corbusier, tra le quali l’incontro con il critico d’arte William Ritter, con il quale il giovane Le Cobusier avvia un ricco scambio epistolare che costituirà per gli storici una fonte preziosa per ricostruire gli anni cruciali di formazione e la natura della decisiva evoluzione estetica che lo porterà alla scoperta del Partenone. Le vicende attraversate da Chaslin consentono di riconsiderare, tra le altre, una questione assai spinosa quale quella del coinvolgimento di Le Corbusier nei movimenti politici di destra che attraversano la Francia negli anni che precedono la seconda guerra mondiale. Il tema che riguarda il presunto antisemitismo di Le Corbusier ha di fatto infiammato il dibattito contemporaneo in occasione dell’uscita di due volumi dedicati alla medesima questione: Le Corbusier, un fascisme français, di Xavier de Jarcy e Le Corbusier, une vision froide du monde di Marc Perelman, le cui considerazioni e ricostruzioni hanno suscitato imbarazzo da parte della stessa Fondation Le Corbusier di Parigi, convincendola a intervenire con un comunicato ufficiale al proposito. Le inclinazioni politiche di Corbusier, da collocare verosimilmente in un quadro più ampio, volto a restituire la complessità e le contraddizioni di un uomo immerso nel vortice di un’epoca e delle sue ideologie, resta a oggi una questione “aperta”, in particolare se si considera, da un lato, la disinvoltura con cui l’architetto si muove tra le redazioni di riviste quali «Plans» (1931-32) e «Prélude» (1932-36) per dichiararsi, a distanza di pochi anni, «caro amico» del ministro della ricostruzione Eugène Claudius-Petit — tra i leader della Resistenza francese.

A proposito di…: un libro avvincente su Le Corbusier

Bonaiti, Maria
2017-01-01

Abstract

Un libro avvincente e trascinante come Un Corbusier di François Chaslin è all’origine del presente articolo, che trae spunto dalle numerose sollecitazioni che il volume offre per ripercorrere la formazione e le amicizie di Le Corbusier, tra le quali l’incontro con il critico d’arte William Ritter, con il quale il giovane Le Cobusier avvia un ricco scambio epistolare che costituirà per gli storici una fonte preziosa per ricostruire gli anni cruciali di formazione e la natura della decisiva evoluzione estetica che lo porterà alla scoperta del Partenone. Le vicende attraversate da Chaslin consentono di riconsiderare, tra le altre, una questione assai spinosa quale quella del coinvolgimento di Le Corbusier nei movimenti politici di destra che attraversano la Francia negli anni che precedono la seconda guerra mondiale. Il tema che riguarda il presunto antisemitismo di Le Corbusier ha di fatto infiammato il dibattito contemporaneo in occasione dell’uscita di due volumi dedicati alla medesima questione: Le Corbusier, un fascisme français, di Xavier de Jarcy e Le Corbusier, une vision froide du monde di Marc Perelman, le cui considerazioni e ricostruzioni hanno suscitato imbarazzo da parte della stessa Fondation Le Corbusier di Parigi, convincendola a intervenire con un comunicato ufficiale al proposito. Le inclinazioni politiche di Corbusier, da collocare verosimilmente in un quadro più ampio, volto a restituire la complessità e le contraddizioni di un uomo immerso nel vortice di un’epoca e delle sue ideologie, resta a oggi una questione “aperta”, in particolare se si considera, da un lato, la disinvoltura con cui l’architetto si muove tra le redazioni di riviste quali «Plans» (1931-32) e «Prélude» (1932-36) per dichiararsi, a distanza di pochi anni, «caro amico» del ministro della ricostruzione Eugène Claudius-Petit — tra i leader della Resistenza francese.
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