Questo articolo, composto di due parti, tratta il miglioramento e l’adeguamento sismico del costruito mediante strutture esterne all’edificio, collegate al contorno del sistema strutturale esistente. Tali addizioni verranno denominate esoscheletri, con parziale corrispondenza alla biologia. L’esoscheletro può avere un funzionamento reticolare (diagrid), flessionale e anche misto. Gli esoscheletri possono essere bi- o tri-dimensionali; la terza dimensione è perpendicolare all'involucro (profondità). Gli esoscheletri permettono di ottenere una serie di benefici in forma integrata: lavorazioni che non interrompono l’uso; nuove strutture non invasive degli spazi interni; irrigidimento dei sistemi strutturali; riduzione delle accelerazioni attinte dagli impalcati durante i terremoti; incremento delle capacità di tollerare sismi severi; affidabili previsioni delle risposte sismiche e dei costi; possibilità di sostituzione degli elementi che hanno risposto inelasticamente; rimodulazione dei caratteri architettonici. Gli esoscheletri tri-dimensionali permettono anche di intervenire sul sistema distributivo, in forma di nuove addizioni esterne sia puntuali sia estese, nonché di integrarvi sistemi per la riqualificazione energetica. La mitigazione del rischio sismico di edifici con impianti e macchinari delicati, altamente tecnologici e assai costosi, deve incrementare la rigidezza e talvolta limitare le accelerazioni. A ciò si aggiunga che in molti casi gli interventi strutturali non possono interferire col servizio erogato: l’esoscheletro rappresenta la sola tecnica utilizzabile. Il caso più rilevante è rappresentato dagli edifici ospedalieri. Al contempo questi manufatti, seppure in servizio, spesso necessitano anche di una riqualificazione architettonica che gli esoscheletri favoriscono in forma integrata. La prima parte verte sull'uso dell’esoscheletro nelle costruzioni ex-novo e sulla prevenzione del danno sismico nelle costruzioni esistenti condizionate dalla verifica allo SLO.
Esoscheletri : prerogative architettoniche e strutturali : prima parte
Paolo Foraboschi;Esther Giani
2017-01-01
Abstract
Questo articolo, composto di due parti, tratta il miglioramento e l’adeguamento sismico del costruito mediante strutture esterne all’edificio, collegate al contorno del sistema strutturale esistente. Tali addizioni verranno denominate esoscheletri, con parziale corrispondenza alla biologia. L’esoscheletro può avere un funzionamento reticolare (diagrid), flessionale e anche misto. Gli esoscheletri possono essere bi- o tri-dimensionali; la terza dimensione è perpendicolare all'involucro (profondità). Gli esoscheletri permettono di ottenere una serie di benefici in forma integrata: lavorazioni che non interrompono l’uso; nuove strutture non invasive degli spazi interni; irrigidimento dei sistemi strutturali; riduzione delle accelerazioni attinte dagli impalcati durante i terremoti; incremento delle capacità di tollerare sismi severi; affidabili previsioni delle risposte sismiche e dei costi; possibilità di sostituzione degli elementi che hanno risposto inelasticamente; rimodulazione dei caratteri architettonici. Gli esoscheletri tri-dimensionali permettono anche di intervenire sul sistema distributivo, in forma di nuove addizioni esterne sia puntuali sia estese, nonché di integrarvi sistemi per la riqualificazione energetica. La mitigazione del rischio sismico di edifici con impianti e macchinari delicati, altamente tecnologici e assai costosi, deve incrementare la rigidezza e talvolta limitare le accelerazioni. A ciò si aggiunga che in molti casi gli interventi strutturali non possono interferire col servizio erogato: l’esoscheletro rappresenta la sola tecnica utilizzabile. Il caso più rilevante è rappresentato dagli edifici ospedalieri. Al contempo questi manufatti, seppure in servizio, spesso necessitano anche di una riqualificazione architettonica che gli esoscheletri favoriscono in forma integrata. La prima parte verte sull'uso dell’esoscheletro nelle costruzioni ex-novo e sulla prevenzione del danno sismico nelle costruzioni esistenti condizionate dalla verifica allo SLO.File | Dimensione | Formato | |
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