In un film dell’inizio degli anni novanta, Giuseppe Tornatore racconta il viaggio di un padre che dalla Sicilia si sposta verso le grandi città italiane per visitare i suoi cinque figli ormai adulti. Nonostante venga a conoscenza di condizioni famigliari assai problematiche, al suo ritorno si ostina a mentire agli altri e a se stesso affermando che “Stanno tutti bene”. Un viaggio nelle città e nei territori italiani contemporanei osservati con la lente dello “stare bene”, inteso come welfare e wellbeing, ci porterebbe oggi a sostenere un’analoga menzogna. Infatti, le condizioni di salubrità, comfort e sicurezza che le nostre città sono oggi in grado di garantire ai propri abitanti non sempre raggiungono livelli che possiamo considerare ragionevoli e anzi, sovente, sono da considerare pericolosi, dannosi e forieri di situazioni di ingiustizia. Per affrontare il rapporto tra malessere urbano e ingiustizia spaziale, il testo che segue dopo una riflessione generale sui paradossi della salubrità in città, articolerà una riflessione su alcuni temi dei quali il progetto urbanistico, con l’obiettivo di garantire maggiore welfare e wellbeing, dovrebbe farsi carico: accessibilità, mobilità, sicurezza e comfort saranno le principali categorie indagate.

Stanno tutti bene (in città)?

maria chiara tosi
2017-01-01

Abstract

In un film dell’inizio degli anni novanta, Giuseppe Tornatore racconta il viaggio di un padre che dalla Sicilia si sposta verso le grandi città italiane per visitare i suoi cinque figli ormai adulti. Nonostante venga a conoscenza di condizioni famigliari assai problematiche, al suo ritorno si ostina a mentire agli altri e a se stesso affermando che “Stanno tutti bene”. Un viaggio nelle città e nei territori italiani contemporanei osservati con la lente dello “stare bene”, inteso come welfare e wellbeing, ci porterebbe oggi a sostenere un’analoga menzogna. Infatti, le condizioni di salubrità, comfort e sicurezza che le nostre città sono oggi in grado di garantire ai propri abitanti non sempre raggiungono livelli che possiamo considerare ragionevoli e anzi, sovente, sono da considerare pericolosi, dannosi e forieri di situazioni di ingiustizia. Per affrontare il rapporto tra malessere urbano e ingiustizia spaziale, il testo che segue dopo una riflessione generale sui paradossi della salubrità in città, articolerà una riflessione su alcuni temi dei quali il progetto urbanistico, con l’obiettivo di garantire maggiore welfare e wellbeing, dovrebbe farsi carico: accessibilità, mobilità, sicurezza e comfort saranno le principali categorie indagate.
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