Il paesaggio del Nordest è il risultato di straordinarie relazioni e di incroci virtuosi che, nel tempo, ci hanno permesso di percepire, come scriveva Andrea Zanzotto, «gli spostamenti entro la geografia come altrettanti spostamenti nella storia». Ma il paesaggio del Nordest è oggi anche uno spazio fortemente compromesso da un’espansione senza freni del costruito nella quale un ruolo di primo piano è giocato da una variegata moltitudine di aree industriali – grandi, piccole, talvolta piccolissime – distribuite indistintamente in ogni comune e in ogni frazione. Questo libro intende riflettere sul possibile recupero e sulla trasformazione proprio di queste aree (alcune dismesse, ma molte ancora in gran parte attive) e delle banali costruzioni che le compongono. Il momento è d’altronde per alcuni aspetti sorprendentemente propizio: la crisi economica ha prodotto molti scarti e i tanti edifici non più utilizzati giacciono disponibili in attesa di nuove vite (o, in alcuni casi, di essere definitivamente demoliti); allo stesso tempo le nuove economie legate ai settori più innovativi chiedono spazi produttivi minuti, dinamici e flessibili, profondamente diversi da quelli del recente passato; infine, le tante criticità ambientali hanno reso a tutti evidente come siano necessari paradigmi del tutto nuovi nel progettare il futuro dei luoghi che abitiamo. A partire da alcune riflessioni sui significati che termini come "complessità", "densità", "ibridazione", "sottrazione" e "riciclo" assumo in questi contesti, si tratta allora di immaginare le vecchie aree produttive non più come luoghi separati ed enclave specialistiche, ma come parti integranti di una città dilatata. Una città che è parte integrante del paesaggio; una città in cui spazio costruito e spazio aperto, “artificio” e “natura”, si fanno interpreti dei caratteri costitutivi più profondi di questo territorio, trovando, allo stesso tempo, forme nuove, e più ricche, di convivenza.
Metamorfosi del Nordest produttivo : riciclare architetture, città e paesaggi
Ferrari, Marco
2017-01-01
Abstract
Il paesaggio del Nordest è il risultato di straordinarie relazioni e di incroci virtuosi che, nel tempo, ci hanno permesso di percepire, come scriveva Andrea Zanzotto, «gli spostamenti entro la geografia come altrettanti spostamenti nella storia». Ma il paesaggio del Nordest è oggi anche uno spazio fortemente compromesso da un’espansione senza freni del costruito nella quale un ruolo di primo piano è giocato da una variegata moltitudine di aree industriali – grandi, piccole, talvolta piccolissime – distribuite indistintamente in ogni comune e in ogni frazione. Questo libro intende riflettere sul possibile recupero e sulla trasformazione proprio di queste aree (alcune dismesse, ma molte ancora in gran parte attive) e delle banali costruzioni che le compongono. Il momento è d’altronde per alcuni aspetti sorprendentemente propizio: la crisi economica ha prodotto molti scarti e i tanti edifici non più utilizzati giacciono disponibili in attesa di nuove vite (o, in alcuni casi, di essere definitivamente demoliti); allo stesso tempo le nuove economie legate ai settori più innovativi chiedono spazi produttivi minuti, dinamici e flessibili, profondamente diversi da quelli del recente passato; infine, le tante criticità ambientali hanno reso a tutti evidente come siano necessari paradigmi del tutto nuovi nel progettare il futuro dei luoghi che abitiamo. A partire da alcune riflessioni sui significati che termini come "complessità", "densità", "ibridazione", "sottrazione" e "riciclo" assumo in questi contesti, si tratta allora di immaginare le vecchie aree produttive non più come luoghi separati ed enclave specialistiche, ma come parti integranti di una città dilatata. Una città che è parte integrante del paesaggio; una città in cui spazio costruito e spazio aperto, “artificio” e “natura”, si fanno interpreti dei caratteri costitutivi più profondi di questo territorio, trovando, allo stesso tempo, forme nuove, e più ricche, di convivenza.File | Dimensione | Formato | |
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