Alcuni disegni di pavimentazioni della raccolta Gaspari conservati al Correr sono stati analizzati dal punto di vista della loro ‘regola geometrica’, al fine di individuare quali criteri di partizione compositiva sono stati assunti dall’architetto nel loro tracciamento. Tre sono stati i fogli considerati: i primi due relativi allo scalone della Scuola Grande di San Rocco, il terzo alla pavimentazione della chiesa di San Vidal. Nei disegni di San Rocco, ove viene data preferenza al cerchio e all’ovale, domina una costruzione di tipo proporzionale, fondata prevalentemente – oltre che su riga e squadra – sull’uso del compasso. Il tracciamento del pavimento per San Vidal, che precisi indizi fanno ritenere derivato da un primo abbozzo, appare invece essenzialmente fondato sull’ellisse. La quantità delle partizioni rettilinee convergenti su un unico centro che intersecano le linee ellittiche, non consentendo di ottenere un intreccio uniforme dei motivi, hanno probabilmente costretto alla deformazione delle forme stellate e alla contrazione di quelle ottagonali, confinate in una coppia di fasce prossime al centro. Pare evidente che tale contrazione non sia stata immaginata fin da principio: lo testimoniano in quei punti incertezze, pentimenti e incongruità nello spessore delle fasce presenti nella metà di destra dell’ellisse, dove la soluzione è stata elaborata, trascritta poi nella metà sinistra, assente di ogni pentimento. È altrettanto evidente, però, che il rimedio adottato per risolvere una partizione non ben calcolata, introducendo nel ritmo compositivo una cadenza sincopata che ha spezzato l’uniformità della scansione dell’intreccio, abbia infine condotto ad un esito particolarmente felice.
Le geometrie dei disegni pavimentali di Antonio Gaspari
Piana, Mario
2018-01-01
Abstract
Alcuni disegni di pavimentazioni della raccolta Gaspari conservati al Correr sono stati analizzati dal punto di vista della loro ‘regola geometrica’, al fine di individuare quali criteri di partizione compositiva sono stati assunti dall’architetto nel loro tracciamento. Tre sono stati i fogli considerati: i primi due relativi allo scalone della Scuola Grande di San Rocco, il terzo alla pavimentazione della chiesa di San Vidal. Nei disegni di San Rocco, ove viene data preferenza al cerchio e all’ovale, domina una costruzione di tipo proporzionale, fondata prevalentemente – oltre che su riga e squadra – sull’uso del compasso. Il tracciamento del pavimento per San Vidal, che precisi indizi fanno ritenere derivato da un primo abbozzo, appare invece essenzialmente fondato sull’ellisse. La quantità delle partizioni rettilinee convergenti su un unico centro che intersecano le linee ellittiche, non consentendo di ottenere un intreccio uniforme dei motivi, hanno probabilmente costretto alla deformazione delle forme stellate e alla contrazione di quelle ottagonali, confinate in una coppia di fasce prossime al centro. Pare evidente che tale contrazione non sia stata immaginata fin da principio: lo testimoniano in quei punti incertezze, pentimenti e incongruità nello spessore delle fasce presenti nella metà di destra dell’ellisse, dove la soluzione è stata elaborata, trascritta poi nella metà sinistra, assente di ogni pentimento. È altrettanto evidente, però, che il rimedio adottato per risolvere una partizione non ben calcolata, introducendo nel ritmo compositivo una cadenza sincopata che ha spezzato l’uniformità della scansione dell’intreccio, abbia infine condotto ad un esito particolarmente felice.File | Dimensione | Formato | |
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