Il saggio qui presentato documenta i primi esiti di un progetto di ricerca che ha per oggetto il rilievo, la catalogazione, lo studio e la divulgazione della statuaria offerta dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, oggi collocato all’interno delle sale delle Procuratie Nuove di Piazza San Marco. Particolare attenzione è rivolta ad una serie limitata di copie romane di originali greci, perché presentano una palese discontinuità fisiognomica dovuta ad asportazioni, cedimenti, riadattamenti e interventi di restauro cinquecenteschi che ne hanno inesorabilmente alterato la primigenia conformazione. Partendo dalle odierne tecniche di structure from motion, si ricostruisce la forma libera dei corpi e dei busti marmorei, attraverso la collimazione automatica delle coordinate dei punti di presa delle sequenze fotografiche, tenendo conto delle condizioni di illuminazione dell’ambiente ospitante le opere, della loro collocazione fisica e delle caratteristiche materiali che le connotano. Uno degli obiettivi principali della ricerca riguarda la connessione tra le metodologie di rilievo indiretto – tipiche della fotogrammetria digitale – e le pratiche di restauro che nei secoli hanno lasciato tracce invasive sugli artefatti, testimoni delle continue stratificazioni e modificazioni lapidee sintetizzabili nell’odierna condizione di identità mutate che, in diversi casi, non rendono facilmente identificabile la loro forma originaria. The essay presents the first outcomes of a research project aiming at surveying, cataloguing, studying and promoting the statuary of the National Archaeological Museum of Venice, currently located in the rooms of the Procuratie Nuove in Piazza San Marco. The main focus in on a limited series of Roman copies from Greek originals, due to the fact that they present clear physiognomic discontinuities due to removals, subsidence, readjustments and restorations from the sixteenth century, that have inexorably altered their original configuration. Starting from today’s structure from motion techniques, the free forms of the marble bodies and busts are reconstructed through the automatic collimation of the coordinates of the digital photos’ nodal points, considering the lighting conditions of the statues’ environment, their physical location and material features. One of the main objectives of the research concerns the connection between indirect survey methodologies – in particular photogrammetry – and restoration practices that over the centuries have left invasive traces on the artefacts, which are the subjects of the continuous stratifications and transformations appearing in their current condition of mutated identity which, in several cases, do not allow a simple identification of their original form easily.

Immagine originaria e stratificazione di identità mutate = Original Image and Stratification of Mutated Identities

Ciammaichella, Massimiliano
;
Liva, Gabriella
2020-01-01

Abstract

Il saggio qui presentato documenta i primi esiti di un progetto di ricerca che ha per oggetto il rilievo, la catalogazione, lo studio e la divulgazione della statuaria offerta dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, oggi collocato all’interno delle sale delle Procuratie Nuove di Piazza San Marco. Particolare attenzione è rivolta ad una serie limitata di copie romane di originali greci, perché presentano una palese discontinuità fisiognomica dovuta ad asportazioni, cedimenti, riadattamenti e interventi di restauro cinquecenteschi che ne hanno inesorabilmente alterato la primigenia conformazione. Partendo dalle odierne tecniche di structure from motion, si ricostruisce la forma libera dei corpi e dei busti marmorei, attraverso la collimazione automatica delle coordinate dei punti di presa delle sequenze fotografiche, tenendo conto delle condizioni di illuminazione dell’ambiente ospitante le opere, della loro collocazione fisica e delle caratteristiche materiali che le connotano. Uno degli obiettivi principali della ricerca riguarda la connessione tra le metodologie di rilievo indiretto – tipiche della fotogrammetria digitale – e le pratiche di restauro che nei secoli hanno lasciato tracce invasive sugli artefatti, testimoni delle continue stratificazioni e modificazioni lapidee sintetizzabili nell’odierna condizione di identità mutate che, in diversi casi, non rendono facilmente identificabile la loro forma originaria. The essay presents the first outcomes of a research project aiming at surveying, cataloguing, studying and promoting the statuary of the National Archaeological Museum of Venice, currently located in the rooms of the Procuratie Nuove in Piazza San Marco. The main focus in on a limited series of Roman copies from Greek originals, due to the fact that they present clear physiognomic discontinuities due to removals, subsidence, readjustments and restorations from the sixteenth century, that have inexorably altered their original configuration. Starting from today’s structure from motion techniques, the free forms of the marble bodies and busts are reconstructed through the automatic collimation of the coordinates of the digital photos’ nodal points, considering the lighting conditions of the statues’ environment, their physical location and material features. One of the main objectives of the research concerns the connection between indirect survey methodologies – in particular photogrammetry – and restoration practices that over the centuries have left invasive traces on the artefacts, which are the subjects of the continuous stratifications and transformations appearing in their current condition of mutated identity which, in several cases, do not allow a simple identification of their original form easily.
2020
9788835104490
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