A dieci anni dall’entrata in vigore della legge finanziaria 2007, che sembrava aver avviato una nuova stagione in tema di riconversione del patrimonio militare dismesso in Italia, fatte salve rare eccezioni non si riscontrano risultati tangibili e positivi della concreta attuazione di progetti di valorizzazione degli ex immobili della Difesa. Il vorticoso susseguirsi di innovazioni e procedure avvenuto a cavallo tra gli anni ‘90 e 2000 non ha certo giovato, generando contraddizioni e vischiosità procedurali. Alcune novità introdotte tra il 2014 e il 2015 hanno segnato un ulteriore punto di inflessione relativamente alle strategie di riuso degli asset militari abbandonati. Il contributo si prefigge di fornire un’introduzione generale alla tematica (il più possibile aggiornata); a cui seguirà l’analisi critica sia di procedimenti già in atto da diversi anni (come i Programmi unitari di valorizzazione territoriale “Puvat”, i protocolli d’intesa e il federalismo demaniale) e di programmi introdotti recentemente (art. 26 del d.l. “sblocca Italia” e il federal building), delineandone lo stato di attuazione, con il fine di evidenziare gli elementi di criticità ancora presenti e le opportunità. Verranno tenute in considerazione anche le questioni “emergenti”, relative alla riqualificazione delle caserme al fine di garantire l’accoglienza dei migranti, le iniziative di progettazione urbanistica e architettonica, i processi partecipativi e i riusi temporanei. Ten years after the Finance Act 2007, which seemed to have started a new season in terms of reconversion of former military assets in Italy, nowadays (with rare exceptions) there are no tangible and positive results in terms of reutilization of the former property of the Italian armed forces. The swirling succession of procedures and innovations for the decommissioning and exploitation of military properties between the 1990s and the 2000s have produced no results, creating contradictions and procedural inertia. Then, some changes have been introduced between 2014 and 2015: this situation has marked another strong point regarding the reuse strategies of abandoned military assets. The contribution aims to provide a general introduction to the topic (as much as updated). It will be followed by a critical analysis of procedures both ongoing since several years (such as the “Unified Appreciation Programs” or “Puvat”, the “draft agreements” and the “federalism State property”) and programs introduced recently (the article 26 of the Decree Law “unlocked Italy” and the “federal building”). In this context it will be outlined the current state of these programs with the aim of highlighting the critical elements and the potential opportunities. Moreover the latest issues will be taken into consideration: firstly, the reconversion of barracks as a system for receiving migrants; secondly, the urban planning and architectural design initiatives; thirdly, the participatory processes and, eventually, the temporary reuse processes.

La riconversione delle aree militari dismesse: questioni irrisolte, criticità e potenzialità = The reconversion of former military sites: unresolved issues, criticality and opportunities

Gastaldi, Francesco;Camerin, Federico
2017-01-01

Abstract

A dieci anni dall’entrata in vigore della legge finanziaria 2007, che sembrava aver avviato una nuova stagione in tema di riconversione del patrimonio militare dismesso in Italia, fatte salve rare eccezioni non si riscontrano risultati tangibili e positivi della concreta attuazione di progetti di valorizzazione degli ex immobili della Difesa. Il vorticoso susseguirsi di innovazioni e procedure avvenuto a cavallo tra gli anni ‘90 e 2000 non ha certo giovato, generando contraddizioni e vischiosità procedurali. Alcune novità introdotte tra il 2014 e il 2015 hanno segnato un ulteriore punto di inflessione relativamente alle strategie di riuso degli asset militari abbandonati. Il contributo si prefigge di fornire un’introduzione generale alla tematica (il più possibile aggiornata); a cui seguirà l’analisi critica sia di procedimenti già in atto da diversi anni (come i Programmi unitari di valorizzazione territoriale “Puvat”, i protocolli d’intesa e il federalismo demaniale) e di programmi introdotti recentemente (art. 26 del d.l. “sblocca Italia” e il federal building), delineandone lo stato di attuazione, con il fine di evidenziare gli elementi di criticità ancora presenti e le opportunità. Verranno tenute in considerazione anche le questioni “emergenti”, relative alla riqualificazione delle caserme al fine di garantire l’accoglienza dei migranti, le iniziative di progettazione urbanistica e architettonica, i processi partecipativi e i riusi temporanei. Ten years after the Finance Act 2007, which seemed to have started a new season in terms of reconversion of former military assets in Italy, nowadays (with rare exceptions) there are no tangible and positive results in terms of reutilization of the former property of the Italian armed forces. The swirling succession of procedures and innovations for the decommissioning and exploitation of military properties between the 1990s and the 2000s have produced no results, creating contradictions and procedural inertia. Then, some changes have been introduced between 2014 and 2015: this situation has marked another strong point regarding the reuse strategies of abandoned military assets. The contribution aims to provide a general introduction to the topic (as much as updated). It will be followed by a critical analysis of procedures both ongoing since several years (such as the “Unified Appreciation Programs” or “Puvat”, the “draft agreements” and the “federalism State property”) and programs introduced recently (the article 26 of the Decree Law “unlocked Italy” and the “federal building”). In this context it will be outlined the current state of these programs with the aim of highlighting the critical elements and the potential opportunities. Moreover the latest issues will be taken into consideration: firstly, the reconversion of barracks as a system for receiving migrants; secondly, the urban planning and architectural design initiatives; thirdly, the participatory processes and, eventually, the temporary reuse processes.
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