Per la disciplina della danza il disegno ha sempre assunto un ruolo centrale nella progettazione della coreografia, anche se la storia dimostra come nel Novecento la rappresentazione orientata alla semantizzazione di una pratica, immediatamente comprensibile, sembri essere sostituita da codici grafici e combinazioni numeriche che ne astraggono il significato. Oggetto di indagine primaria sono proprio i sistemi notazionali della danza, diffusi a partire dalla fine del Seicento per opera di diversi coreografi, autori di trattati illustrati, che documentano nella sintesi bidimensionale del supporto cartaceo la complessità delle traiettorie spazio-temporali, le posture e i movimenti degli arti coinvolti nell’azione coreica da interpretare. Spesso sono proprio i ballerini a prendere le distanze da queste forme di trascrizione, perché non sono in grado di leggerle e tradurle. Pertanto, il paper indaga le teorie e i metodi di trasposizione grafica della notazione, per comprenderne le logiche di progettazione, evidenziando come tutti i casi studio analizzati siano originati dallo studio del corpo e dei suoi cinematismi. Ma le tecnologie digitali favoriscono inediti paradigmi della rappresentazione, dimostrando come le esperienze contemporanee abbattano proprio quelle distanze di cui si è fatto cenno, diventando il banco di prova di sperimentazioni nelle quali il corpo incarnato e il suo clone digitale intrattengono un dialogo aperto con i sistemi notazionali della danza. ___________________________ For the dance discipline, drawing always has had a central role in the choreography design, even if history shows how in the twentieth century representation, oriented to the semantising of a immediately understandable practice, seems to be replaced by graphic codes and numerical combinations that abstract its meaning. The primary investigation objects are precisely the notational systems of dance, widespread since the end of the seventeenth century by various choreographers, authors of illustrated treatises which document, in the two-dimensional synthesis of the paper support, the complexity of space-time trajectories, postures and movements of the limbs involved in the choreographic action to be interpreted. Often, dancers are who distance themselves from these transcription forms because they are unable to read and translate them. Therefore, the paper investigates the theories and methods of notation graphical transposition to understand their design principles, highlighting how all the analysed case studies originate from the study of the body and its kinematics. But digital technologies encourage new representation paradigms, demonstrating how contemporary experiences break down those very distances mentioned above, becoming the test bench for experiments in which the embodied body and its digital clone entertain an open dialogue with the notational systems of dance.

Il disegno della danza : notazione e controllo dello spazio performativo = Drawing of the Dance : Notation and performative space control

ciammaichella
2021-01-01

Abstract

Per la disciplina della danza il disegno ha sempre assunto un ruolo centrale nella progettazione della coreografia, anche se la storia dimostra come nel Novecento la rappresentazione orientata alla semantizzazione di una pratica, immediatamente comprensibile, sembri essere sostituita da codici grafici e combinazioni numeriche che ne astraggono il significato. Oggetto di indagine primaria sono proprio i sistemi notazionali della danza, diffusi a partire dalla fine del Seicento per opera di diversi coreografi, autori di trattati illustrati, che documentano nella sintesi bidimensionale del supporto cartaceo la complessità delle traiettorie spazio-temporali, le posture e i movimenti degli arti coinvolti nell’azione coreica da interpretare. Spesso sono proprio i ballerini a prendere le distanze da queste forme di trascrizione, perché non sono in grado di leggerle e tradurle. Pertanto, il paper indaga le teorie e i metodi di trasposizione grafica della notazione, per comprenderne le logiche di progettazione, evidenziando come tutti i casi studio analizzati siano originati dallo studio del corpo e dei suoi cinematismi. Ma le tecnologie digitali favoriscono inediti paradigmi della rappresentazione, dimostrando come le esperienze contemporanee abbattano proprio quelle distanze di cui si è fatto cenno, diventando il banco di prova di sperimentazioni nelle quali il corpo incarnato e il suo clone digitale intrattengono un dialogo aperto con i sistemi notazionali della danza. ___________________________ For the dance discipline, drawing always has had a central role in the choreography design, even if history shows how in the twentieth century representation, oriented to the semantising of a immediately understandable practice, seems to be replaced by graphic codes and numerical combinations that abstract its meaning. The primary investigation objects are precisely the notational systems of dance, widespread since the end of the seventeenth century by various choreographers, authors of illustrated treatises which document, in the two-dimensional synthesis of the paper support, the complexity of space-time trajectories, postures and movements of the limbs involved in the choreographic action to be interpreted. Often, dancers are who distance themselves from these transcription forms because they are unable to read and translate them. Therefore, the paper investigates the theories and methods of notation graphical transposition to understand their design principles, highlighting how all the analysed case studies originate from the study of the body and its kinematics. But digital technologies encourage new representation paradigms, demonstrating how contemporary experiences break down those very distances mentioned above, becoming the test bench for experiments in which the embodied body and its digital clone entertain an open dialogue with the notational systems of dance.
2021
9788835125891
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/305616
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