Un’ambiguità di termini porta a considerare le aree interne come I territori montani, aree effettivamente “interne” rispetto alla linea di costa italiana. Pur tuttavia una delle maggiori aree interne italiane, il Delta del Po, è proprio al margine, sulla costa Adriatica così densamente urbanizzata e balnearizzata che sul Delta trova una pausa silenziosa. Qui l’uomo combatte da secoli I processi naturali per piegarli alle proprie necessità produttive: agricoltura e allevamento ittico principalmente. Un territorio dinamico le cui capacità adattive in termini di morfologia e uso rappresentano le potenzialità maggiori spesso dimenticate a nome della conservazione di un’immagine statica del paesaggio. Gli immaginari legati a questo territorio sono altrettanto dinamici, da luogo cult per l’affermazione del cinema neorealista italiano a territorio della produzione (energetica con l’estrazione di metano e la centrale Enel di Porto Tolle) fino alla più recente vocazione turistica di stampo naturalistico grazie al marchio Unesco e all’istituzione del Parco del Delta del Po. Quale possibile futuro per un’area interna collocata ai margini?

Interni al margine : Contraddizioni e potenzialità del Delta del Po

Stefano Tornieri
2020-01-01

Abstract

Un’ambiguità di termini porta a considerare le aree interne come I territori montani, aree effettivamente “interne” rispetto alla linea di costa italiana. Pur tuttavia una delle maggiori aree interne italiane, il Delta del Po, è proprio al margine, sulla costa Adriatica così densamente urbanizzata e balnearizzata che sul Delta trova una pausa silenziosa. Qui l’uomo combatte da secoli I processi naturali per piegarli alle proprie necessità produttive: agricoltura e allevamento ittico principalmente. Un territorio dinamico le cui capacità adattive in termini di morfologia e uso rappresentano le potenzialità maggiori spesso dimenticate a nome della conservazione di un’immagine statica del paesaggio. Gli immaginari legati a questo territorio sono altrettanto dinamici, da luogo cult per l’affermazione del cinema neorealista italiano a territorio della produzione (energetica con l’estrazione di metano e la centrale Enel di Porto Tolle) fino alla più recente vocazione turistica di stampo naturalistico grazie al marchio Unesco e all’istituzione del Parco del Delta del Po. Quale possibile futuro per un’area interna collocata ai margini?
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