È sulla collina di Lo Curro ai piedi delle Ande, che Alberto Cruz – fondatore della scuola di architettura di Valparaiso, promotore e autore della prima Travesia di Amereida nel 1965 e della Ciudad Abierta – e Miquel Eyquem, collocano il progetto della casa per i dirigenti della ditta Olivetti in Cile. Il progetto è raccontato in un quaderno del 1973 conservato presso l’archivio José Vial Armstrong della UPCV. Le pagine di schizzi del quaderno che si propongono, svelano l’intreccio e la convergenza in un’opera d’architettura singolare, di due esperienze culturali che hanno delineato in modo incisivo l’identità culturale dei rispettivi paesi in un certo momento storico e l’opera appare oggi come il momento di scambio di una certa idea di “Comunità” e di “Utopia” tra l’Italia e il Cile. Il quaderno di schizzi è costruito in maniera analoga al modo in cui gli architetti della scuola di Valparaiso erano soliti costruire i loro quaderni di bordo, durante le loro traversate – modalità, quelle del viaggio traversata e del libro di bordo, assurte poi a metodo didattico all’interno della scuola di architettura di Valparaiso, vivo ancora oggi, insieme all’esperienza della costruzione continua della Ciudad Abierta di Ritoque.

l corpo dell’architettura “Made in Olivetti” : La Casa Olivetti a Santiago del Cile di Alberto Cruz C. e Miguel Eyquem A., 1973 = The ‘Made in Olivetti’ Body of Architecture : Casa Olivetti in Santiago de Chile by Alberto Cruz C. and Miguel Eyquem A., 1973

De Maio, Fernanda
2021-01-01

Abstract

È sulla collina di Lo Curro ai piedi delle Ande, che Alberto Cruz – fondatore della scuola di architettura di Valparaiso, promotore e autore della prima Travesia di Amereida nel 1965 e della Ciudad Abierta – e Miquel Eyquem, collocano il progetto della casa per i dirigenti della ditta Olivetti in Cile. Il progetto è raccontato in un quaderno del 1973 conservato presso l’archivio José Vial Armstrong della UPCV. Le pagine di schizzi del quaderno che si propongono, svelano l’intreccio e la convergenza in un’opera d’architettura singolare, di due esperienze culturali che hanno delineato in modo incisivo l’identità culturale dei rispettivi paesi in un certo momento storico e l’opera appare oggi come il momento di scambio di una certa idea di “Comunità” e di “Utopia” tra l’Italia e il Cile. Il quaderno di schizzi è costruito in maniera analoga al modo in cui gli architetti della scuola di Valparaiso erano soliti costruire i loro quaderni di bordo, durante le loro traversate – modalità, quelle del viaggio traversata e del libro di bordo, assurte poi a metodo didattico all’interno della scuola di architettura di Valparaiso, vivo ancora oggi, insieme all’esperienza della costruzione continua della Ciudad Abierta di Ritoque.
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