Al-Hamra' - la Rossa. L’Alhambra è simbolo dell’espansione araba nel bacino del Mediterraneo ed eccezionale testimonianza della Spagna islamica del XVI secolo. Il complesso architettonico rappresenta un esempio emblematico dell’architettura reale araba di età medievale, che si è conservato integro sino alla contemporaneità. All’interno della cittadella fortificata si collocano palazzi, patii e giardini, le cui forme pure si aggregano rispondendo e contestualmente plasmando la topografia del sito. L’essenza formale di queste architetture, che condensano esigenze climatiche ed estetiche, significati, simboli e funzioni, risiede nel loro essere a Sud. Nel 1984 l’UNESCO include nella lista del patrimonio mondiale il complesso dell’Alhambra, che è oggi tra i più visitati siti UNESCO europei. La fruizione contemporanea di questo patrimonio pone specifiche necessità, legate non solo alla sua tutela e conservazione, ma anche alla gestione dei flussi turistici. È in virtù di tali necessità che nel 2010 è redatto il Plan Director de la Alhambra y Generalife che già prevede l’espletamento del Concurso Internacional de Ideas Atrio de la Alhambra, volto al progetto di un edificio per l’accoglienza dei visitatori e destinato a funzionare come nuovo ingresso al complesso monumentale. Il paper si propone di compiere una lettura critico interpretativa di alcuni dei progetti presentati al concorso. In particolare, saranno oggetto di analisi il progetto vincitore – non realizzato – di Álvaro Siza-Juan Domingo Santos e tre dei progetti finalisti, realizzati da Antonio Tejedor-Manuel Aires, Cruz y Ortiz Arquitectos e Guillermo Vázquez Consuegra. La lettura sarà volta a mettere in luce le diverse modalità attraverso cui gli architetti – muovendosi in equilibrio tra antico e nuovo, natura e artificio – hanno interpretato i caratteri di questo luogo simbolo della mediterraneità. Lo sguardo di tali progetti, nell’intrecciare memoria, tempo e paesaggio, rivela possibili approcci contemporanei al pensiero meridiano.

Progetti per il nuovo atrio dell’Alhambra. Figure di tempo rappreso per un luogo simbolo del Mediterraneo

Marzo Mauro
;
Bertini Viola
2021-01-01

Abstract

Al-Hamra' - la Rossa. L’Alhambra è simbolo dell’espansione araba nel bacino del Mediterraneo ed eccezionale testimonianza della Spagna islamica del XVI secolo. Il complesso architettonico rappresenta un esempio emblematico dell’architettura reale araba di età medievale, che si è conservato integro sino alla contemporaneità. All’interno della cittadella fortificata si collocano palazzi, patii e giardini, le cui forme pure si aggregano rispondendo e contestualmente plasmando la topografia del sito. L’essenza formale di queste architetture, che condensano esigenze climatiche ed estetiche, significati, simboli e funzioni, risiede nel loro essere a Sud. Nel 1984 l’UNESCO include nella lista del patrimonio mondiale il complesso dell’Alhambra, che è oggi tra i più visitati siti UNESCO europei. La fruizione contemporanea di questo patrimonio pone specifiche necessità, legate non solo alla sua tutela e conservazione, ma anche alla gestione dei flussi turistici. È in virtù di tali necessità che nel 2010 è redatto il Plan Director de la Alhambra y Generalife che già prevede l’espletamento del Concurso Internacional de Ideas Atrio de la Alhambra, volto al progetto di un edificio per l’accoglienza dei visitatori e destinato a funzionare come nuovo ingresso al complesso monumentale. Il paper si propone di compiere una lettura critico interpretativa di alcuni dei progetti presentati al concorso. In particolare, saranno oggetto di analisi il progetto vincitore – non realizzato – di Álvaro Siza-Juan Domingo Santos e tre dei progetti finalisti, realizzati da Antonio Tejedor-Manuel Aires, Cruz y Ortiz Arquitectos e Guillermo Vázquez Consuegra. La lettura sarà volta a mettere in luce le diverse modalità attraverso cui gli architetti – muovendosi in equilibrio tra antico e nuovo, natura e artificio – hanno interpretato i caratteri di questo luogo simbolo della mediterraneità. Lo sguardo di tali progetti, nell’intrecciare memoria, tempo e paesaggio, rivela possibili approcci contemporanei al pensiero meridiano.
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