Nella geografia dei femminismi degli anni Settanta, si colloca la ricerca di Lina Mangiacapre e del gruppo delle Nemesiache. A partire dal 1970, Mangiacapre intraprende un percorso che spazia dalla scrittura al teatro, dalla pittura alla fotografia, con l’obiettivo di creare un arte-mondo femminista. Questo contributo esplora l’attività drammaturigico-performativa di Mangiacapre ("Cenerella" e "Siamo tutte prigioniere politiche") e il suo lavoro come artista visiva e fotografa, mettendo in evidenza l’ipotesi della performatività intesa come azione creativa che coinvolge scrittura e corpi e come discorso critico di immaginazione politica.---The Lina Mangiacapre and Nemesiache research has to be situated in the geography of feminisms of the Seventies and of those that are more engaged on the side of the practices. Starting from 1970, Mangiacapre begins a path that moves from writing to theater to painting to photography, with the aim at creating a unique feminist art-world. This contribution explores Mangiacapre performative activity (Cenerella and Siamo tutte prigioniere politiche) and work as a visual artist and photographer, highlighting the hypothesis of performativity, as a crea-tive action of writing and bodies and as a critical discourse of political imagination

Nemesi performativa: scritture, corpi e immagini nella ricerca di Lina Mangiacapre e delle Nemesiache = Performative Nemesis: writing, bodies and images in the work of Lina Mangiacapre and the Nemesiache

Cipollone, Giada
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01

Abstract

Nella geografia dei femminismi degli anni Settanta, si colloca la ricerca di Lina Mangiacapre e del gruppo delle Nemesiache. A partire dal 1970, Mangiacapre intraprende un percorso che spazia dalla scrittura al teatro, dalla pittura alla fotografia, con l’obiettivo di creare un arte-mondo femminista. Questo contributo esplora l’attività drammaturigico-performativa di Mangiacapre ("Cenerella" e "Siamo tutte prigioniere politiche") e il suo lavoro come artista visiva e fotografa, mettendo in evidenza l’ipotesi della performatività intesa come azione creativa che coinvolge scrittura e corpi e come discorso critico di immaginazione politica.---The Lina Mangiacapre and Nemesiache research has to be situated in the geography of feminisms of the Seventies and of those that are more engaged on the side of the practices. Starting from 1970, Mangiacapre begins a path that moves from writing to theater to painting to photography, with the aim at creating a unique feminist art-world. This contribution explores Mangiacapre performative activity (Cenerella and Siamo tutte prigioniere politiche) and work as a visual artist and photographer, highlighting the hypothesis of performativity, as a crea-tive action of writing and bodies and as a critical discourse of political imagination
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