Incerti su quale possa oggi essere la centralità dell’Europa, assorbita com’è entro inarrestabili processi di scala globale, proviamo a cercarne anzitutto il centro. Ma l’Europa ha un centro? Se guardiamo all’Europa, non tanto come a una specifica regione geografica, né un’organizzazione comunitaria di stati, quanto piuttosto come a un cosmo culturale, sarà proprio l’ordine, il kòsmos, a guidarci nella nostra ricerca. Perché se è vero, come sosteneva Meleagro di Gadara, che “un unico caos ha prodotto tutti i mortali”, è anche vero che a questo caos gli uomini hanno nel tempo fatto fronte, opponendogli forme di ordine – di natura spaziale ed al contempo di organizzazione sociale – molto differenti tra loro. Questo kòsmos è in Europa, più che altrove, la pólis, la città. Il contributo rivolge pertanto il proprio sguardo alla città, individuata artificiosamente quale centro dell’Europa, adottando una logica della riduzione che consenta di cogliere le “invarianti strutturali” che animano nel profondo l’intera cultura europea. Il progetto dello spazio dialettico alla scala della città diviene, in quest’ottica, privilegiato campo di indagine del disegno comunitario, perché capace di condensarne concretamente i presupposti. È dunque forse necessario ripartire dal suo “centro” e ripensare la città pubblica per costruire una “nuova” Europa.
Euro-pólis : la città pubblica al centro dell’Europa
Mattia Cocozza
2022-01-01
Abstract
Incerti su quale possa oggi essere la centralità dell’Europa, assorbita com’è entro inarrestabili processi di scala globale, proviamo a cercarne anzitutto il centro. Ma l’Europa ha un centro? Se guardiamo all’Europa, non tanto come a una specifica regione geografica, né un’organizzazione comunitaria di stati, quanto piuttosto come a un cosmo culturale, sarà proprio l’ordine, il kòsmos, a guidarci nella nostra ricerca. Perché se è vero, come sosteneva Meleagro di Gadara, che “un unico caos ha prodotto tutti i mortali”, è anche vero che a questo caos gli uomini hanno nel tempo fatto fronte, opponendogli forme di ordine – di natura spaziale ed al contempo di organizzazione sociale – molto differenti tra loro. Questo kòsmos è in Europa, più che altrove, la pólis, la città. Il contributo rivolge pertanto il proprio sguardo alla città, individuata artificiosamente quale centro dell’Europa, adottando una logica della riduzione che consenta di cogliere le “invarianti strutturali” che animano nel profondo l’intera cultura europea. Il progetto dello spazio dialettico alla scala della città diviene, in quest’ottica, privilegiato campo di indagine del disegno comunitario, perché capace di condensarne concretamente i presupposti. È dunque forse necessario ripartire dal suo “centro” e ripensare la città pubblica per costruire una “nuova” Europa.File | Dimensione | Formato | |
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