Partendo da un’analogia di Zygmunt Bauman tra storiografia" e teatro, l’articolo si propone di estendere la riflessione gnoseologica e politica foucaultiana al campo della progettazione. Per mezzo dell’esposizione del concetto di “discorso di verità” e delle sue implicazioni si proverà a dimostrare la “funzione problematizzante” delle periferie, dei sud, delle zone d’ombra, in quanto condizioni, prima ancora di ubicazioni geografiche, previste dalla stessa esistenza di un centro — o, appunto, di un discorso. Il contributo è dunque una riflessione che tenta di negare al design l’universalità di cui talvolta si è fregiato. Esaminate le modalità attraverso cui una aprioristica idea di progettazione assoggetta le sue periferie e riconducendo il design alla dimensione mutevole e accidentale della storia, lo scopo è quello di affrancare le periferie del discorso dall’immagine subalterna che spesso le accompagna. Accettando come unico “a priori” la possibilità che ogni discorso possa essere messo in discussione, accetteremmo altresì la responsabilità di modi"carlo: questa presa di coscienza non solo ci libera dal peso di un’immagine prepotente, ma suggerisce che solo in questo paradigma il sud può riconsiderare la sua stessa immagine, divenendo centro di sé stesso.

Le periferie del discorso : problematizzare il centro

Fiorella Bulegato
;
Emilio Patuzzo
2021-01-01

Abstract

Partendo da un’analogia di Zygmunt Bauman tra storiografia" e teatro, l’articolo si propone di estendere la riflessione gnoseologica e politica foucaultiana al campo della progettazione. Per mezzo dell’esposizione del concetto di “discorso di verità” e delle sue implicazioni si proverà a dimostrare la “funzione problematizzante” delle periferie, dei sud, delle zone d’ombra, in quanto condizioni, prima ancora di ubicazioni geografiche, previste dalla stessa esistenza di un centro — o, appunto, di un discorso. Il contributo è dunque una riflessione che tenta di negare al design l’universalità di cui talvolta si è fregiato. Esaminate le modalità attraverso cui una aprioristica idea di progettazione assoggetta le sue periferie e riconducendo il design alla dimensione mutevole e accidentale della storia, lo scopo è quello di affrancare le periferie del discorso dall’immagine subalterna che spesso le accompagna. Accettando come unico “a priori” la possibilità che ogni discorso possa essere messo in discussione, accetteremmo altresì la responsabilità di modi"carlo: questa presa di coscienza non solo ci libera dal peso di un’immagine prepotente, ma suggerisce che solo in questo paradigma il sud può riconsiderare la sua stessa immagine, divenendo centro di sé stesso.
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