Nella prospettiva della transizione ecologica, caratterizzata da una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e alla riduzione delle emissioni inquinanti, e in un quadro normativo in continua evoluzione, emerge con forza la necessità di ripensare il modo in cui gli spazi urbani vengono progettati e vissuti. Parallelamente, l'affermarsi di un rinnovato contesto culturale, sempre più orientato alla promozione della qualità della vita urbana, alla salute pubblica e all’inclusione sociale, offre una cornice ideale per la sperimentazione di nuovi paradigmi legati alla mobilità e alla fruizione dello spazio pubblico. In questo scenario, il contributo si propone di dimostrare come la mobilità attiva – intesa come l’insieme degli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con altri mezzi non motorizzati – possa costituire un fattore chiave per il rinnovamento del progetto urbano. Non solo essa promuove un modello di città più sostenibile e resiliente, ma incide direttamente sul modo in cui si esercita il fondamentale diritto alla mobilità, ponendo al centro della progettazione urbana le esigenze di accessibilità, sicurezza e vivibilità. In particolare, la mobilità attiva consente di riconsiderare il ruolo del suolo e il suo progetto come elemento essenziale per la costruzione di una città più equa e funzionale. Infatti, il ripensamento delle superfici stradali e degli spazi pubblici non riguarda solo la loro riassegnazione funzionale (ad esempio, attraverso la riduzione della carreggiata destinata ai veicoli privati a favore di corsie ciclabili, marciapiedi più ampi o spazi pedonali), ma si estende a una visione più complessiva del territorio urbano. Questo approccio apre alla possibilità di valorizzare e reinterpretare le molteplici forme di spazi liminali – quegli spazi di confine tra funzioni e usi differenti, spesso sottoutilizzati o frammentati – per rispondere in modo innovativo ai bisogni di accessibilità, connessione e inclusione sociale. Tali spazi, attraverso pratiche urbane collettive e sperimentazioni progettuali, possono trasformarsi in nodi strategici di una mobilità sostenibile e capillare, capaci di incentivare l’uso di modalità di trasporto attive e di rafforzare la coesione sociale. In questo senso, la mobilità attiva non si configura solo come una strategia di spostamento alternativa e sostenibile, ma come un motore di trasformazione urbana in grado di favorire processi di rigenerazione più ampi. Il suo ruolo non si esaurisce nella dimensione infrastrutturale, ma si estende a un ripensamento culturale e politico dello spazio pubblico, promuovendo un modello di città più attento alla qualità della vita, all’equità e alla sostenibilità ambientale.
Walkability: il progetto di suolo come progetto di mobilità = Walkability: land design as a mobility project
Velo, Luca
;Munarin, Stefano
2021-01-01
Abstract
Nella prospettiva della transizione ecologica, caratterizzata da una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e alla riduzione delle emissioni inquinanti, e in un quadro normativo in continua evoluzione, emerge con forza la necessità di ripensare il modo in cui gli spazi urbani vengono progettati e vissuti. Parallelamente, l'affermarsi di un rinnovato contesto culturale, sempre più orientato alla promozione della qualità della vita urbana, alla salute pubblica e all’inclusione sociale, offre una cornice ideale per la sperimentazione di nuovi paradigmi legati alla mobilità e alla fruizione dello spazio pubblico. In questo scenario, il contributo si propone di dimostrare come la mobilità attiva – intesa come l’insieme degli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con altri mezzi non motorizzati – possa costituire un fattore chiave per il rinnovamento del progetto urbano. Non solo essa promuove un modello di città più sostenibile e resiliente, ma incide direttamente sul modo in cui si esercita il fondamentale diritto alla mobilità, ponendo al centro della progettazione urbana le esigenze di accessibilità, sicurezza e vivibilità. In particolare, la mobilità attiva consente di riconsiderare il ruolo del suolo e il suo progetto come elemento essenziale per la costruzione di una città più equa e funzionale. Infatti, il ripensamento delle superfici stradali e degli spazi pubblici non riguarda solo la loro riassegnazione funzionale (ad esempio, attraverso la riduzione della carreggiata destinata ai veicoli privati a favore di corsie ciclabili, marciapiedi più ampi o spazi pedonali), ma si estende a una visione più complessiva del territorio urbano. Questo approccio apre alla possibilità di valorizzare e reinterpretare le molteplici forme di spazi liminali – quegli spazi di confine tra funzioni e usi differenti, spesso sottoutilizzati o frammentati – per rispondere in modo innovativo ai bisogni di accessibilità, connessione e inclusione sociale. Tali spazi, attraverso pratiche urbane collettive e sperimentazioni progettuali, possono trasformarsi in nodi strategici di una mobilità sostenibile e capillare, capaci di incentivare l’uso di modalità di trasporto attive e di rafforzare la coesione sociale. In questo senso, la mobilità attiva non si configura solo come una strategia di spostamento alternativa e sostenibile, ma come un motore di trasformazione urbana in grado di favorire processi di rigenerazione più ampi. Il suo ruolo non si esaurisce nella dimensione infrastrutturale, ma si estende a un ripensamento culturale e politico dello spazio pubblico, promuovendo un modello di città più attento alla qualità della vita, all’equità e alla sostenibilità ambientale.File | Dimensione | Formato | |
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