L’articolo recensisce la recente nuova pubblicazione italiana de Il girotondo delle muse di Jurij Lotman (Bompiani 2022, a cura di Silvia Burini), in versione riveduta e ampliata. Percorrendo le tre sezioni del volume - dedicate rispettivamente a pittura e arti visive, ai contributi su cinema e teatro e alla semiotica dello spazio, della città e dell’architettura - l’articolo sottolinea come questa suddivisione consenta di far emergere, attraverso oggetti vicini, concetti operativi e modellizzazioni la cui trasversalità si estende a tutta la sfera della cultura, attraversando le specificità mediali; tra di essi: traduzione, esplosione, performativo, ansambl’ etc. I nuclei di questa riflessione permettono di cogliere, oggi, l’attualità metodologica di Lotman nella cornice di un “nuovo tipo di strutturalismo” che, a differenza delle modellizzazioni generali e delle definizioni ontologiche di buona parte della teoria delle immagini, è capace di offrire strumenti di indagine dei meccanismi di generazione di senso trasversali alla cultura visuale. Tra una teoria dell’immagine che sconfina nell’ontologia e una storia dell’arte sovente ripiegata su un focus esclusivamente filologico, ecco che la terza via indicata da Lotman diviene oggi attualissima: quella di una semiotica delle arti, come recita il sottotitolo del volume.
Il girotondo delle muse
Angela Mengoni
2022-01-01
Abstract
L’articolo recensisce la recente nuova pubblicazione italiana de Il girotondo delle muse di Jurij Lotman (Bompiani 2022, a cura di Silvia Burini), in versione riveduta e ampliata. Percorrendo le tre sezioni del volume - dedicate rispettivamente a pittura e arti visive, ai contributi su cinema e teatro e alla semiotica dello spazio, della città e dell’architettura - l’articolo sottolinea come questa suddivisione consenta di far emergere, attraverso oggetti vicini, concetti operativi e modellizzazioni la cui trasversalità si estende a tutta la sfera della cultura, attraversando le specificità mediali; tra di essi: traduzione, esplosione, performativo, ansambl’ etc. I nuclei di questa riflessione permettono di cogliere, oggi, l’attualità metodologica di Lotman nella cornice di un “nuovo tipo di strutturalismo” che, a differenza delle modellizzazioni generali e delle definizioni ontologiche di buona parte della teoria delle immagini, è capace di offrire strumenti di indagine dei meccanismi di generazione di senso trasversali alla cultura visuale. Tra una teoria dell’immagine che sconfina nell’ontologia e una storia dell’arte sovente ripiegata su un focus esclusivamente filologico, ecco che la terza via indicata da Lotman diviene oggi attualissima: quella di una semiotica delle arti, come recita il sottotitolo del volume.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2022_De Signis_Lotman.pdf
accesso aperto
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
456.13 kB
Formato
Adobe PDF
|
456.13 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.