Il nero della notte è il colore simbolo di un’ossessione che ci accompagna sin dalle interpretazioni storiche delle origini del cosmo. Con sospetto e una certa ritrosia, ancora oggi, proviamo ad avvicinarci a ciò che difficilmente gli occhi riescono a captare, ma questo non dipende necessariamente dalle nostre nictofobie e fotofobie, semmai si espande ai retaggi culturali e alle simbologie che attraversano il concetto stesso di tenebra. Il saggio indaga quelle forme di rappresentazione liminali e oggettive il cui posizionamento oscilla fra gli ultimi stadi dell’ombra e del buio, muovendosi nei territori ibridi della scientificità e della narrazione, per indagarne le teorie, i fattori culturali e i cortocircuiti che fanno del blackout non solo una metafora dell’incapacità di vedere e sentire ciò che non si può vedere, ma anche una condizione di vivere ampiamente documentata. ____________ The black of the night is the symbol colour of an obsession that has accompanied us since historical interpretations of the origins of the cosmos. With suspicion and a certain reluctance, even today, we try to approach what our eyes can hardly grasp, but this does not necessarily depend on our nyctophobia and photophobias, if anything, it expands on the cultural legacies and symbologies that run through the very concept of darkness. The essay investigates those liminal and objective forms of representation whose positioning oscillates between the last stages of shadow and darkness, moving in the hybrid territories of scientificity and narration, to investigate the theories, cultural factors and short-circuits that make blackout not only a metaphor for the inability to see and feel what cannot be seen, but also a widely documented condition of living.

Blackout. Rappresentazioni di presenze ai confini del nero = Blackout. Representations of Presences at the Border of Darkness

Massimiliano Ciammaichella
2023-01-01

Abstract

Il nero della notte è il colore simbolo di un’ossessione che ci accompagna sin dalle interpretazioni storiche delle origini del cosmo. Con sospetto e una certa ritrosia, ancora oggi, proviamo ad avvicinarci a ciò che difficilmente gli occhi riescono a captare, ma questo non dipende necessariamente dalle nostre nictofobie e fotofobie, semmai si espande ai retaggi culturali e alle simbologie che attraversano il concetto stesso di tenebra. Il saggio indaga quelle forme di rappresentazione liminali e oggettive il cui posizionamento oscilla fra gli ultimi stadi dell’ombra e del buio, muovendosi nei territori ibridi della scientificità e della narrazione, per indagarne le teorie, i fattori culturali e i cortocircuiti che fanno del blackout non solo una metafora dell’incapacità di vedere e sentire ciò che non si può vedere, ma anche una condizione di vivere ampiamente documentata. ____________ The black of the night is the symbol colour of an obsession that has accompanied us since historical interpretations of the origins of the cosmos. With suspicion and a certain reluctance, even today, we try to approach what our eyes can hardly grasp, but this does not necessarily depend on our nyctophobia and photophobias, if anything, it expands on the cultural legacies and symbologies that run through the very concept of darkness. The essay investigates those liminal and objective forms of representation whose positioning oscillates between the last stages of shadow and darkness, moving in the hybrid territories of scientificity and narration, to investigate the theories, cultural factors and short-circuits that make blackout not only a metaphor for the inability to see and feel what cannot be seen, but also a widely documented condition of living.
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