Città e spazi pubblici non accessibili limitano l’autonomia di movimento e di vita delle persone con disabilità fisica, e nel contempo accentuano le discriminazioni favorendo l’abilismo, una forma di pregiudizio che tende a privilegiare corpi che possono esibirsi e svilupparsi come entità autonome e autosufficienti discriminando quelli che non corrispondono a standard fissati arbitrariamente dalla società. Il saggio focalizza l’attenzione sulla dimensione corporea della disabilità e sul suo ruolo rispetto al progetto per l’accessibilità ambientale, al fine di superare il dualismo tra corpi “abili” e “dis-abili”, per tendere alla costruzione di edifici e spazi per corpi reali. Come architetti e ricercatori non ci rendiamo conto delle molte ripercussioni che le scelte che compiamo hanno sulle persone, non solo in termini di 'barriere fisiche', ma di condizionamenti psicologici e sociali determinati dal modo in cui viene consentito o limitato l'uso dello spazio, specie se pubblico. La riflessione proposta dal paper sposta il punto di vista dall'ambito strettamente architettonico verso quello sociale cercando una maggiore contaminazione tra i due, nella convinzione che sia sempre più necessario trovare soluzioni di inclusione che non solo consentano l'accessibilità da parte di tutti, ma che questa venga garantita nel rispetto della completa dignità della persona e di pari opportunità.
Corpi esclusi. La dimensione corporea della disabilità nel progetto per l’accessibilità ambientale = Excluded Bodies The body dimension of disability in the project for environmental accessibility
Tatano, Valeria
Writing – Review & Editing
;Revellini, Rosaria
Writing – Review & Editing
2023-01-01
Abstract
Città e spazi pubblici non accessibili limitano l’autonomia di movimento e di vita delle persone con disabilità fisica, e nel contempo accentuano le discriminazioni favorendo l’abilismo, una forma di pregiudizio che tende a privilegiare corpi che possono esibirsi e svilupparsi come entità autonome e autosufficienti discriminando quelli che non corrispondono a standard fissati arbitrariamente dalla società. Il saggio focalizza l’attenzione sulla dimensione corporea della disabilità e sul suo ruolo rispetto al progetto per l’accessibilità ambientale, al fine di superare il dualismo tra corpi “abili” e “dis-abili”, per tendere alla costruzione di edifici e spazi per corpi reali. Come architetti e ricercatori non ci rendiamo conto delle molte ripercussioni che le scelte che compiamo hanno sulle persone, non solo in termini di 'barriere fisiche', ma di condizionamenti psicologici e sociali determinati dal modo in cui viene consentito o limitato l'uso dello spazio, specie se pubblico. La riflessione proposta dal paper sposta il punto di vista dall'ambito strettamente architettonico verso quello sociale cercando una maggiore contaminazione tra i due, nella convinzione che sia sempre più necessario trovare soluzioni di inclusione che non solo consentano l'accessibilità da parte di tutti, ma che questa venga garantita nel rispetto della completa dignità della persona e di pari opportunità.File | Dimensione | Formato | |
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