A partire dagli anni ‘60 Asger Jorn ⎯ artista e pensatore poliedrico, membro del movimento d’avanguardia CoBrA (1948-51) e protagonista dell’Internazionale Situazionista ⎯ s’interessa alla topologia, da lui ridefinita “Situlogia” [Situlogie, Situologie], per ripensare lo spazio, la cultura, “la situazione”. Conia, in questo contesto, il termine “Trialettica” [Triolectique] proprio nel tentativo di costruire una metodologia che superi il pensiero dialettico su cui si erige la logica occidentale. Influenzato dalle nuove teorie della meccanica quantistica, dalla filosofia tri-dialettica di Stéphane Lupasco, dalle tecniche psicogeografiche situazioniste e dagli studi sull’omeomorfismo del matematico Henri Poincaré, Jorn si serve della topologia per promuovere un pensiero multilaterale, caotico e metamorfico che superi la geometria euclidea, al contrario definitoria, fissa e dualistica. Il testo propone una riflessione sulle pratiche che prendono forma da queste derive topologiche. S’intende evidenziare come il pensiero di Jorn informi esercizi disparati, dal gioco calcistico alla progettazione editoriale, mantenendo inalterato il suo potenziale sovversivo, che mina le basi stesse del sistema in cui agisce. L’attenzione verrà posta, in particolare, sul magazine cartaceo The Situationist Times (1962-7) di Jacqueline de Jong, artista olandese e compagna all’epoca di Jorn, per comprendere come la topologia contribuisca all’elaborazione di un sapere nuovo, aperto ⎯ dalle profonde implicazioni culturali, identitarie e spaziali ⎯ che non conosce evoluzioni, categorizzazioni e forme originali ma solo continue decostruzioni, trasformazioni e ricostruzioni.

Sul metodo triolettico, o della situlogia di Asger Jorn : per un (dis)orientamento all’uso situazionista della topologia

Rossi, Simone
2022-01-01

Abstract

A partire dagli anni ‘60 Asger Jorn ⎯ artista e pensatore poliedrico, membro del movimento d’avanguardia CoBrA (1948-51) e protagonista dell’Internazionale Situazionista ⎯ s’interessa alla topologia, da lui ridefinita “Situlogia” [Situlogie, Situologie], per ripensare lo spazio, la cultura, “la situazione”. Conia, in questo contesto, il termine “Trialettica” [Triolectique] proprio nel tentativo di costruire una metodologia che superi il pensiero dialettico su cui si erige la logica occidentale. Influenzato dalle nuove teorie della meccanica quantistica, dalla filosofia tri-dialettica di Stéphane Lupasco, dalle tecniche psicogeografiche situazioniste e dagli studi sull’omeomorfismo del matematico Henri Poincaré, Jorn si serve della topologia per promuovere un pensiero multilaterale, caotico e metamorfico che superi la geometria euclidea, al contrario definitoria, fissa e dualistica. Il testo propone una riflessione sulle pratiche che prendono forma da queste derive topologiche. S’intende evidenziare come il pensiero di Jorn informi esercizi disparati, dal gioco calcistico alla progettazione editoriale, mantenendo inalterato il suo potenziale sovversivo, che mina le basi stesse del sistema in cui agisce. L’attenzione verrà posta, in particolare, sul magazine cartaceo The Situationist Times (1962-7) di Jacqueline de Jong, artista olandese e compagna all’epoca di Jorn, per comprendere come la topologia contribuisca all’elaborazione di un sapere nuovo, aperto ⎯ dalle profonde implicazioni culturali, identitarie e spaziali ⎯ che non conosce evoluzioni, categorizzazioni e forme originali ma solo continue decostruzioni, trasformazioni e ricostruzioni.
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